Sisma del Pollino, finalmente arriva la delibera che sblocca i fondi

terremoto pollino

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CASTROVILLARI – Per il Sisma del Pollino ora le risorse sono disponibili per la popolazione colpita dalla scossa di terremoto del 26 ottobre di tre anni fa. «Finalmente» commenta Flavio De Barti, membro dell’assemblea nazionale del Partito Democratico, che l’11 ottobre scorso aveva preso posizione sulla vicenda che registrava i «ritardi della giunta Oliverio per l’avvio dei lavori del post terremoto del Pollino». Ora la delibera che sblocca l’iter c’è. E’ la numero 400 del 13 ottobre 2015 che è stata formalizzata il 25 novembre e che «predispone le norme di attuazione – commenta soddisfatto De Barti – e i criteri e le modalità di utilizzo delle risorse da destinare all’avvio del ripristino delle abitazioni e delle attività danneggiate». In questi giorni la delibera sarà notificata ai Sindaci dei Comuni di Mormanno, Laino Borgo, Laino Castello, Morano Calabro e Papasidero – che furono le municipalità calabresi più colpite dalla scossa di quasi cinque gradi di magnitudo che sconvolse la quotidianità del Pollino – che saranno poi i «soggetti attuatori degli interventi» precisa il membro dell’assemblea nazionale dei democrat. «Grazie al nostro intervento – ha aggiunto – siamo riusciti a sbloccare una situazione che si trascinava da oltre tre anni dall’evento sismico del 26 ottobre del 2012, nell’indifferenza e nel silenzio più assoluto». Di quelle ferite il territorio ora potrà iniziare a rimarginare le ferite e consolidare sempre più il ritorno alla normalità, dopo i tanti passi già fatti in avanti. Nella delibera del Governo regionale della Calabria infatti è previsto che oltre alla esecuzione degli interventi di ripristino delle «abitazioni principali, abituali e continuative e dei locali adibiti ad attività economiche che siano state danneggiate dall’evento sismico del 26 ottobre 2012» si potrà ammettere anche quelli per «l’esecuzione di opere di riqualificazione urbana strettamente connesse» in particolar modo se afferiscono a «spazi ed aree comuni limitrofi a più edifici oggetto degli interventi e da essi delimitati». In tal caso la Regione chiede che «tutti gli interventi siano ricompresi in una unica progettazione che avrà la valenza di piano di recupero». Verranno anche risarcite le famiglie che a causa del sisma hanno dovuto abbandonare gli edifici danneggiati facendo ricorso ad «autonoma sistemazione» per cause di forza maggiore visto che le proprie case sono state «oggetto di ordinanza di sgombero».