La vigliaccata di Carnevale, in 17 firmano dal notaio la caduta di Occhiuto

Mario Occhiuto

Mario Occhiuto

 

COSENZA – Purtroppo è accaduto di nuovo. Chi è stato democraticamente eletto e dovrebbe difendere la democrazia partecipata se ne fa beffa e manda in malora i comuni, decidendo di scegliere le stanze del notaio alle aule di consiglio comunale. Mario Occhiuto da ieri non è più Sindaco di Cosenza, quattro mesi prima della scadenza naturale del suo mandato, per mano di ben 17 consiglieri comunali che hanno scelto di firmare lo sciogliemento anticipato del consiglio comunale nelle stanze del notaio Anna Muto. Una storia che si ripete, purtroppo. Lo sà bene il Sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, vittima di questo sistema consentito dalla legge, per carità, ma moralmente discutibile, quanto quello di Roma, Marino, beffato dagli uomini del suo stesso partito. Ma qui non si tratta di capire di che parte politica sono coloro che compiono simili scelte, ma quale sia l’idea di democrazia partecipata che hanno in testa. A Cosenza i dimissionari sono Marco Ambrogio, Giovanni Cipparrone, Luigi Formoso, Mimmo Frammartino, Maria Lucente, Giuseppe Mazzuca, Sergio Nucci, Enzo Paolini, Giovanni Perri, Salvatore Perugini, Roberto Sacco, Cataldo Savastano, tutti eletti tra le file dell’opposizione nel 2011. Accanto a loro lasciano anche Raffaele Cesario e Franco Perri, da tempo dissidenti insieme a Pino Spadafora, Roberto Bartolomeo e il presidente del Consiglio Luca Morrone. «Sono sereno, so di aver amministrato nell’interesse della città e i cittadini lo capiranno» ha commentato a caldo l’ormai ex Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto. Anche nei suoi confronti, come nei casi precedenti, una vigliaccata politica che si è consumata fuori dalle sedi istituzionali deputate. Lunedì la consegna degli atti dei dimissionari al segretario comunale aprirà il tempo della corsa alle prossime candidature per guidare la Città bruzia.