Di cosa ha bisogno la città? Il Pd lo chiede ai giovani

castrovillari 45

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CASTROVILLARI – Di cosa la città ha veramente bisogno? Il gruppo consiliare del Partito Democratico lo chiederà ai giovani di Castrovillari nel corso di un incontro pubblico con «chi rappresenta il suo futuro, la sua crescita e la svolta possibile». Lo scrivono il capogruppo in consiglio comunale, Nicola Di Gerio, ed i consiglieri comunali, Era Rocco, Gerry Rubini e Piero Vico, nell’annunciare l’appuntamento previsto per sabato 14 novembre alle ore 17.00 nella sala 14 del Protoconvento Francescano. Un momento ufficiale in cui il gruppo consiliare dei democrat vuole dialogare con i giovani che frequentano gli ultimi due anni delle scuole superiori e l’università, al fine di «continuare un ascolto d’idee, progetti , proposte e suggerimenti già avviato negli anni scorsi». L’iniziativa – spiegano i consiglieri comunali – nasce «dall’esigenza di confrontarsi con attenzione, ed istanti dedicati, con questa “espressione forte” della popolazione, spesso insoddisfatta e bisognosa di percorsi ed opportunità che riconoscano a lei capacità e  desiderio di mettersi in gioco nell’esistente a partire  dalle  intuizioni e modi di vedere. E’, infatti, ciò che rivendicano, molte volte i giovani, anche criticando, se osserviamo come spesso si pongono e richiamano le condizioni essenziali di voler essere nel mondo e tra i fatti quotidiani della vita». Così il Partito Democratico ed i suoi quattro consiglieri comunali hanno deciso di rilanciare questa opportunità «anche perché ciascuna componente sociale, con la politica e gli amministratori in testa,  possano intervenire nella direzione giusta per offrire spazi di crescita e risposte alle nuove generazioni che attendono e che sono fondamentali per una collettività interessata a crescere ed a  svilupparsi senza perdere di vista ciò che poi, di fatto, è  la nuova linfa e la continuazione della propria Storia». Un dialogo a viso aperto per approfondire le esigenze di una fascia di età che troppo spesso, partendo per l’università, non fa più ritorno in città contribuendo allo spopolamento delle intelligenze locali.