Azione Nazionale contraria allo Sprar, la Giunta pensi ai bisogni dei castrovillaresi

Azione Nazionale

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CASTROVILLARI – Appena nati e già sulla scena per far sentire la voce della destra, che mancava. Azione Nazionale interviene in merito alla nascita dello Sprar (il sistema per richiedenti asilo e rifugiati) che la Giunta Lo Polito vuole mettere in piedi nella città del Pollino. «L’impatto sulla nostra comunità potrebbe generare nuove tensioni e conflitti, compromettendo ogni rapporto d’integrazione. La Giunta non deve essere insensibile ai bisogni dei soggetti più deboli castrovillaresi, anzi dovrebbe lavorare ed impegnarsi a trovare le giuste misure per ridare dignità a tutti» spiegano gli attivisti della neonata formazione di centro destra. Per Azione Nazionale «speculare sul bisogno non è un’operazione elegante. I progetti d’accoglienza devono essere legati alle peculiarità di un territorio; concentrarsi in questo modo significa non capire che gli extracomunitari, oltre all’alloggio e al vitto, non avrebbero concrete possibilità di lavoro e strumenti d’accesso ai servizi». Così chiedono espressamente al Sindaco ed alla Giunta di «ritirare l’adesione al progetto Sprar, almeno fino a che non saranno chiari numeri, modalità, tempistiche e tipologie di accoglienza richiesta e, soprattutto, fino a che analogo progetto di aiuto venga messo in campo per le famiglie castrovillaresi in difficoltà». Per questo sottolineano che la loro linea politica privilegia «le esigenze di tutela del tessuto sociale della comunità» che «prevalgono sulle istanze d’accoglienza degli extracomunitari» e promettono di informare la città sui costi che il progetto di accoglienza avrebbe. L’amministrazione farebbe bene a dire che «le disponibilità del Fondo sono assegnate annualmente con decreto del Ministro dell’interno, e sono destinate alle iniziative dei comuni, in misura non superiore all’80% del costo complessivo di ciascuna iniziativa territoriale, e che quindi il restante 20% deve essere coperto con i soldi dei cittadini castrovillaresi». Soldi che serviranno a «coprire la colazione e i due pasti principali; la biancheria di base per la casa (lenzuola, asciugamani, coperte, canovacci, tovaglie) materasso, cuscino, doppio cambio di lenzuola (non monouso o “in tessuto non tessuto”), doppio cambio di federe, doppio cambio di asciugamani e due coperte; almeno sette cambi per l’abbigliamento intimo e due o tre cambi per il resto dell’abbigliamento, ovvero, magliette, maglioni, scarpe e ciabatte, pantaloni, gonne e giacche; dentifricio, spazzolino, shampoo, doccia schiuma, sapone, detergente intimo, pettine, tagliaunghie, rasoio e schiuma da barba». Inoltre andranno garantiti «una scheda telefonica e/o ricarica ogni 15 giorni;l’abbonamento al trasporto pubblico urbano o extraurbano al fine di garantire l’accesso ai servizi e/o ai luoghi di socializzazione; un assortimento di pentole, piatti e stoviglie; articoli di puericultura, vale a dire lettini, seggioloni, box, culle, passeggini, biberon, tettarelle, posate, piattini, ecc.; ed infine il pocket money, che consiste in un contributo in denaro da corrispondere a ogni beneficiario (tra 1,50 e 3,00 euro al giorno) e destinato alle piccole spese personali. Facendo due conti, stiamo parlando di circa 45,00 euro a migrante, dei quali 9,00 pagati dal comune; se li moltiplichiamo per i cinquanta ospiti previsti, fanno 450,00 euro al giorno ovvero oltre 164 mila euro annui. Soldi che farebbero bene ai nostri servizi sociali».