CASTROVILLARI – Hanno voluto chiarire la differenza di proposta rispetto alla nascita di un Centro di accoglienza straordinaria i componenti del Comitato locale della Croce Rossa Italiana al fine di evitare che l’articolo “Il Comune dal Prefetto per esprimere ferma contrarietà ai Cas” pubblicato dalla nostra testata arrechi «grave pregiudizio all’onore ed alla dignità della Croce Rossa Italiana e del Comitato locale di Castrovillari». La natura della Cri è «ufficialmente riconosciuta dalla Repubblica Italiana con il decreto legislativo del 28 settembre 2012, n°178 quale società volontaria di soccorso ed assistenza, ausiliaria dei poteri in campo umanitario, in conformità alle Convenzioni di Ginevra ed ai successivi Protocolli aggiuntivi, appartenente alla categoria delle associazioni di promozione sociale, che in quanto tale, conformemente allo statuto e alla legge, non persegue fini di lucro». Dunque non può essere equiparata ad una Srl, come l’altro soggetto proponente una ipotesi di Cas per la città di Castrovillari, che, invece «per espressa disposizione di legge è una società commerciale, ed in quanto tale, per sua intrinseca natura, avente fine di lucro». Ma alcuni chiarimenti vanno fatti anche sull’immobile destinato a tale attività di soccorso umanitario che non è quello ubicato in zona periferica (riferito all’ipotesi avanzata dalla Srl, ndr) e dunque «completamente estraneo» alla proposta della Comitato Locale della Cri. Le informazioni pubblicate nel nostro articolo giornalistico hanno «generato grande confusione nel lettore – riferisce Mariagrazia Mainieri, Presidente del Comitato locale Cri di Castrovillari – in quanto contenente notizie inesatte e non rispondenti al vero, gravemente lesive dell’immagine della Croce Rossa Italiana, del Comitato locale di Castrovillari, nonchè di tutti i volontari che ne fanno parte».