Zini, Ghella e lo scatto di orgoglio. Quando Renzi ci disse tutti ridono di voi

a3 viadottoitalia zini ghella

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LAINO BORGO – Ora che la grande opera è finita e la «meraviglia» architettonica del Viadotto Italia è stata ridonata alla piena fruibilità degli utenti della strada sono Carlo Zini (nella foto a sinistra), presidente di Cmb (Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi), e Giandomenico Ghella (di Ghella costruzioni) a svelare lo scatto di orgoglio che ha permesso di finire in tempo, anzi con cinque mesi di anticipo (salvo piccoli tratti ancora interessati dai lavori), la realizzazione dell’opera infrastrutturale che – dopo 52 anni dal suo inizio – vedrà la prima estate senza cantieri. Nel suo intervento davanti alla platea di autorità civili e militari intervenute sotto i caldi tendoni innalzati sulla A3 nei pressi del cantiere tra Laino Borgo e Mormanno, Carlo Zini si lascia scappare un anedotto che rappresenta la miccia positiva che ha permesso di dimostrare all’Italia ed al Mondo che si poteva fare ciò che nessuno sperava. Erano i tempi in cui i cantieri andavano a rilento – anche a causa delle inchieste della magistratura dopo la morte di un operaio sul Viadotto Italia – e tutto sembrava remare contro la conclusione dei lavori. «Renzi ci disse un giorno tutti ridono di voi» – ha raccontato il presidente di Cmb – che oggi insieme al suo “compagno” di lavoro Giandomenico Ghella soddisfatto per la fine dei lavori ha inteso ringraziare «tutti coloro che hanno collaborator con noi». Agli stessi operai – circa 1500 impegnati nel cantiere Italsarc (di cui l’80% del territorio calabrese) – ha chiesto di «non disperdere questo grande patrimonio di collaborazione e cooperazione» promettendo che se ci sarà occasione in Italia e nel mondo «vi cercheremo per fare altre opere straordinarie». E poi un auspicio ha rivolto ai cittadini di questi luoghi che, insieme ai sindaci ed ai rappresentanti del Parco Nazionale del Pollino, li ha accolti in maniera straordinaria, che si ricordino degli uomini di Ghella e Cmb come «persone capaci ed oneste che hanno lavorato con passione insieme ai loro giovani, gli stessi che tra vent’anni ai loro figli potranno dire “noi c’eravamo, abbiamo fatto questa meraviglia”».

IL MACROLOTTO 3.2

Il tratto aperto oggi è relativo al Macrolotto 3.2 (l’ultimo grande cantiere dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria), compreso tra lo svincolo di Laino Borgo (km 153,400) e lo svincolo di Campotenese (km 173,900) in provincia di Cosenza, per complessivi 20,5 km, i cui lavori sono affidati al Consorzio Italsarc (composto dalle aziende CMB di Carpi e Ghella S.p.A.). Proprio lungo il macrolotto 3.2 è ubicato il viadotto ‘Italia’, che, con i suoi oltre 1120 metri ed un’altezza di 260 metri dal fondovalle, rappresenta il secondo viadotto più alto d’Europa; in considerazione dell’elevata quota e del territorio orograficamente complesso che esso attraversa, l’attività di realizzazione dei nuovi viadotti di accesso in acciaio alla campata centrale a grande luce dell’’Italia’ (in sostituzione dei vecchi viadotti in cemento armato, opportunamente demoliti) è stata particolarmente complessa. Per mettere in opera l’acciaio, utilizzato per costruire la nuova struttura, alla quota dell’impalcato del viadotto ‘Italia’ sono state impiegate Gru da 600 tonnellate (tra le più imponenti del Paese). Inoltre, per l’esecuzione delle lavorazioni sul viadotto, si è reso necessario attuare un impegnativo programma di blocchi temporanei della circolazione, che, al fine di ridurre al minimo il disagio per il traffico, si sono concretizzati in chiusure prettamente notturne.