Violenza domestica contro donne e minori: l’Aiga ne discute in un convegno

aiga locandina convegno 18luglio

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In occasione del convegno tenutosipresso l’Aula Magna dell’Ordine degli Avvocati del Tribunale di Castrovillari, il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Castrovillari e l’Associazione Italiana Giovani Avvocati sezione di Castrovillari hanno affrontato il tema “Violenza domestica contro le donne e i minori: dai maltrattamenti in famiglia alla violenza assistita. Profili giuridici e sociali”
Hanno aperto i lavori i saluti dell’avv. Luigi Malomo, Vice Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Castrovillari e dell’avv. Rosina Vennari, Segretario dell’Ordine degli Avvocati di Castrovillari e componente del CPO di Castrovillari e dall’avv. Mara Caruso, nella veste di Presidente dell’AIGA sezione di Castrovillari, organizzatrice dell’evento, la quale ha delineato la scelta del tema che vede il fenomeno della violenza domestica e della violenza assistita in danno dei minori purtroppo in triste aumento.
L’evento, moderato dall’avv. Angela Bellusci, Presidente del CPO di Castrovillari, ha preso spazio con l’introduzione dell’ avv. Francesca Bellizzi, Consigliere AIGA, che ha tratteggiato la tematica della violenza domestica sottolineando come le problematiche odierne dipendano anche da un retaggio culturale e giuridico non troppo lontano che affonda le radici nel c.d. “delitto d’onore”, ampliando poi la tematica rispetto alla violenza assistita, all’aggravante della pena prevista per i casi trattati e alla necessità di fare Rete non solo tra gli operatori di intervento quali le forze dell’ordine, l’autorità giudiziaria, i liberi professionisti e i servizi sociali, ma altresì attraverso la famiglia, la scuola, al fine di contrastare il fenomeno.
E’ seguita poi la relazione del dott. Giuseppe Zanfini, Vice Questore della Polizia di Stato, il quale ha affrontato la tematica addentrandosi nel Protocollo di intervento della Polizia di Stato, Protocollo EVA che, dal momento della raccolta della denuncia e nelle varie fasi che seguono l’intervento, deve puntare ad un approccio competente nei confronti della vittima che possa trovare così fiducia nelle istituzioni e comprendere il percorso processuale che andrà ad affrontare, nonché evidenziando la necessità di un puntuale lavoro di indagine che raccolga ogni informazione utile ai fini probatori (referti medici, fotografie della scientifica, testimonianze).
Successivamente è intervenuto il dott. Mauron Gallone, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi che, nella sua relazione, si è soffermato sulle tecniche di indagine che vengono attuate al fine dell’accertamento della credibilità del dichiarante e dell’attendibilità del racconto in tema di violenza di genere, sottolineando l’importanza dell’incidente probatorio quale strumento di cristallizzazione delle dichiarazioni delle persone offese; lo stesso ha poi affrontato la tematica del ritardo degli interventi che, in alcuni casi, hanno portato l’Italia ad essere sanzionata dalla Corte di Strasburgo rispetto alla violazione dei diritti CEDU e che hanno reso necessaria la modifica legislativa in materia con  l’introduzione del c.d. “codice rosso”.  
Infine, è intervenuta la dott.ssa Amalia Di Mare, Dirigente, Psicologa-Psicoterapeuta dell’ASP Cosenza, la quale ha posto l’attenzione sulle radici della violenza stessa e sui fattori che la determinano e sull’influenza dell’ambiente nel comportamento umano, delineando una spiegazione psico-sociale che possa consentire di riconoscere la causa e di ricercare così un codice di adattamento alle relazioni affettive per prevenire altresì la c.d. violenza assistita in danno dei minori.
L’evento è stato coordinato dall’avv. Angela Bellusci, Presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Castrovillari, la quale si è dichiarata soddisfatta per l’interesse con cui è stato accolto il tema proposto in un convegno di studi che si è dimostrato occasione di riflessione su una problematica che affligge la nostra società e per la cui risoluzione occorre un necessario cambiamento culturale, scevro da pregiudizi e stereotipi di genere, senza il quale nessuna misura penale può dirsi pienamente efficace, e che l’avvocatura è pronta a sostenere e promuovere in ragione della sua responsabilità sociale.