E’ stato convocata dal presidente Filippo Mancuso, per le ore 11 del 13 gennaio, la seduta del Consiglio regionale della Calabria che dovrà scegliere i tre delegati calabresi per l’elezione del Presidente della Repubblica, che si terrà il 24 gennaio prossimo. Va detto che delegati saranno due per la maggioranza di centrodestra ed uno per l’opposizione, composta da Partito democratico, Movimento 5 Stelle, De Magistris presidente e Gruppo Misto. Ma come si vota per eleggere il Capo dello Stato? In base all’articolo 83 della Costituzione infatti, il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune a cui si aggiungono 3 delegati per ogni regione (scelti dai rispettivi consigli regionali), fatta eccezione per la Valle d’Aosta che ne esprime uno solo. Fintanto che non sarà eletto il nuovo Parlamento con numeri ridotti, a seguito della riforma costituzionale approvata nel settembre 2020, l’assemblea che elegge il Capo dello Stato è quindi composta da 1009 membri: 630 deputati, 321 senatori (inclusi i senatori a vita) e 58 delegati regionali. Lo stesso articolo 83 stabilisce inoltre che il voto sia segreto e che il nuovo Presidente sia eletto con una maggioranza qualificata dei due terzi dell’assemblea. Se tale maggioranza non viene raggiunta, si procede ad una nuova votazione. Dopo i primi tre scrutini se ancora non si riesce ad eleggere un candidato, diventa sufficiente la maggioranza assoluta (la metà più uno dei votanti). Durante la seduta comune non sono ammessi interventi volti a proporre candidature o a esprimere dichiarazioni di voto. Lo scrutinio avviene in seduta pubblica. Allo spoglio procede il presidente della Camera (in quanto presidente del Parlamento in seduta comune), Roberto Fico, che dà lettura di tutte le schede, tranne quelle identificabili come nulle. Per prassi si considerano “dispersi” i voti ai quei candidati che raccolgano un numero di preferenze inferiore a due. La seduta per l’elezione del Capo dello Stato è unica. Ciò significa che finché non viene eletto il successore al Quirinale l’assemblea non si scioglie. Ma tra una votazione e l’altra sono previste delle interruzioni. Ciò anche per favorire il dialogo tra i partecipanti al voto e trovare un accordo su un possibile candidato. Ma chi sarà il nuovo inquilino del Colle? Tra la lunga lista, il primo nome che spunta è quello del Presidente del Consiglio. Dopo Draghi, in pole c’è anche Silvio Berlusconi. Nell’area del centrodestra vi sono, tuttavia, altri nomi. Tra questi troviamo: Marcello Pera, ex presidente del Senato, Letizia Moratti, Gianni Letta e l’attuale Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati. Ma è l’area Pd la più affollata. C’è l’ipotesi Giuliano Amato, poi abbiamo Romano Prodi cui si affianca Dario Franceschini. Circolano, inoltre, i nomi di Paolo Gentiloni Lorenzo Guerini, Anna Finocchiaro e Rosy Bindi. Infine, fra le candidate, vi è anche Marta Cartabia, prima donna a diventare presidente della Corte costituzionale nel 2019 e Paola Severino, che fu ministra della Giustizia con Mario Monti. A questo punto non rimane che aspettare per vedere come andrà a finire. Domenico Fortunato