Uomini e nuove tecnologie per la lotta agli incendi

Pappaterra aib

Pappaterra aib

 

CASTROVILLARI – Il Piano Antincendio Boschivo del Parco Nazionale del Pollino è una buona pratica che sarà presentata come unico caso di valore all’Expo 2015 in corso a Milano. Non solo perché l’Ente presieduto da Domenico Pappaterra ha praticamente abbattuto dal 2007 ad oggi il numero di incendi boschivi (da 145 a 25 dello scorso anno) e la superficie di territorio coinvolto, ed anche quest’anno ha sviluppato una rete di sentinelle che raggiunge 1116 volontari (572 in Calabria e 544 in Basilicata) per 29 (20 in Calabria e 9 in Basilicata) associazioni coinvolte, ma soprattutto perché il Pollino sarà il primo parco a dotarsi di una rete di telerilevamento ambientale capace di aiutare le forze sul campo con l’ausilio della nuova tecnologia. Oltre agli occhi del personale delle associazioni di protezione civile regionale che opereranno sul territorio nei punti sensibili dell’area protetta più grande d’Italia ci saranno gli occhi elettronici di particolari radar che la Telecom ha installato in questi giorni e che entrano a far parte di diritto della «grande squadra di sorveglianza» che il Parco ha messo in campo per far desistere tutti coloro che vogliano «attentare ai nostri beni ambientali». Domenico Pappaterra lo dice a chiare lettere nella conferenza stampa celebrata stamane nella sede della Comunità del Parco a Castrovillari davanti a molti rappresentanti di quelle sentinelle già impegnate negli anni sul territorio e ai Sindaci di altrettante comunità coinvolte. Davide Cecca, dirigente della Telecom che seguirà questo speciale rapporto di collaborazione con il Parco del Pollino, è entrato nel merito di questo nuova soluzione iper tecnologica già sperimentata in altre 30 postazioni attive sul territorio italiano che hanno portato a ridurre del 40% i tempi di intervento delle forze a terra. Le telecamere disposte in punti nevralgici del territorio, che ovviamente non sono state svelate al pubblico ed alla stampa, coprono una superficie di 30km entro la quale sono capaci di individuare fonti di calore e capire anche i “falsi allarme”. Riversano h24 il contenuto delle immagini in real video presso una centrale operativa collegata con l’Ente e con il Corpo Forestale dello Stato che in caso di allarme reale sarà capace di indicare con il rilevamento Gps e la tecnologia Gis il punto preciso in cui far intervenire le forze di terra. In più, attraverso una precisa apparecchiatura barometrica, la nuova tecnologia sarà capace – utilizzando metodi altamente matematici – di indicare presumibilmente anche l’evoluzione e la diffusione di un rogo innescato. Un sistema di «elevata affidabilità» che si approssima al 90% di precisione e che vale al Parco del Pollino il riconoscimento di essere il case history per Telecom da presentare alla platea universale dell’esposizione di Milano. In questa rete altamente sofisticata, ovviamente, il tassello fondamentale sono gli uomini ed i mezzi che da sempre sono al fianco del Parco nella lotta agli incendi. Dal Corpo Forestale dello Stato con i suoi uomini e le sue competenze, rappresentato oggi dal Comando in capo del Cta di Rotonda, Vincenzo Perrone, alla rete di volontari coordinati da Arturo Valicenti, responsabile del Piano Antincendio Boschivo del Parco, alla rete di funzionari e personale dell’Ente rappresentati dal direttore Gerardo Travaglio. In queste rete di uomini e donne che si spenderanno in questa stagione per la difesa del verde, però, una mansione speciale va fatta ai detenuti della Casa Circondariale di Castrovillari che attraverso il direttore, Maria Luisa Mendicino, e la collaborazione con l’A.N.A.S.(Associazione Nazionale di Azione Sociale) del presidente Pino Lufrano, sono l’altro progetto unico che vede il Parco impegnato nella rete di rieducazione di persone che soggette a scontare la pena per i loro reati. Una «attenzione e sensibilità» verso il mondo carcerario che la direttrice Mendicino ha definito di «alta valenza per l’amministrazione penitenziaria ed i nostri detenuti». Ed anche se quella già iniziata è una «stagione difficile – come ha sottolineato Perrone del Cfs – per il cambiamento climatico e le alte temperature previste» il Pollino non ha paura del fuoco. Ma, anzi, ha messo in campo uomini e tecnologie di nuova generazione per vincere la battaglia contro i nemici dell’ambiente.