CASTROVILLARI – Ha abbassato le saracinesche del suo negozio in pieno centro a Castrovillari e sulle vetrine ha messo grandi manifesti rossi con la scritta “Torno subito sono in Procura ed in Prefettura” per esprimere la sua rabbia ed il suo dissenso per una querelle contro la Teddy, nota marca di abbigliamento con la quale ha un contenzioso per la quale è «ricorso alla magistratura civile e penale». Pasquale Tafuri, ex presidente provinciale Confesercenti di Cosenza, già segretario regionale dell’organismo, presidente regionale Anva e di Sos Impresa, per aver voluto contrastare il colosso dell’abbigliamento con quella che chiama «legittima iniziativa» si è visto ricevere la «disdetta immediata del mandato» per uno dei tanti esercizi commerciali che gestisce sul territorio calabrese. Da lì ha iniziato una battaglia legale per la quale ha scritto, oltre che al presidente di teddy Spa, Vittorio Tadei, al suo consiglio di amministrazione, ed al direttore generale, Alessandro Bracci, anche alla magistratura di Castrovillari e Rimini per vedere tutelato il suo operato ed i posti di lavoro del suo personale che, dalla sera alla mattina, si è trovato costretto a licenziare per mancanza di negozi. Tra lui e la ditta c’è un contenzioso di poco più di 33mila euro a fronte di «milioni e milioni di euro che ho sempre pagato» spiega e – secondo la ditta – alcuni budget di vendita non rispettati mentre lui ritiene di essere «l’unico in Italia che incrementa le vendite e supera i target» dimostrandolo con carte e numeri alla mano. Così stanco di questo lungo contenzioso ha deciso di riscrivere alla magistratura e chiudere il suo esercizio di Castrovillari lanciando anche un appello al Prefetto di Cosenza al quale chiede «un incontro ed un intervento» al fine di valutare «la consistenza delle vostre ragioni, mentre io mi offrirò ad essere sottoposto ad una analisi sulla lealta’ della mia condotta e sui contenuti delle mie denunce a salvaguardia mia e del personale dipendente».