I ragazzi del quarto anno del liceo scientifico tradizionale e scienze applicate E. Mattei di Castrovillari, accompagnati dai loro docenti, si sono recati ieri al Teatro Auditorium Unical per assistere alla rappresentazione “La Fuga di Pitagora Lungo il Percorso del Sole”, promossa e organizzata dal Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, dall’Infrastruttura di Ricerca STAR (Southern Europe Thomson Back-Scattering Source for Applied Research) e dal Progetto NoMaH (Novel Materials for Hydrogen Storage). Lo spettacolo, un tributo al suo scrittore Marcello Walter Bruno, è stato interpretato da Ernesto Orrico e la parte musicale è stata curata da Massimo Garritano. Non appena il sipario si è aperto, il pubblico è stato trascinato in un turbinio di emozioni grazie alla coinvolgente interpretazione dell’unico attore, che ha impersonato molteplici personaggi i quali hanno raccontato secondo i vari punti di vista le imprese di Pitagora nella sua scuola e, come suggerisce il titolo dell’opera, la sua fuga. Dagli elogi degli allievi Euphemos e Philtys e dalle critiche del marito della seconda, Aigon, si riesce a delineare la personalità geniale di Pitagora, che nel testo non è mai nominato, bensì tutti si riferiscono a lui come “Maestro”. I monologhi dei personaggi raccontano il modo di vivere dei Pitagorici: il loro credere fermamente nella metempsicosi, il lavoro delle donne negli orti della scuola, la scoperta del teorema di Pitagora, l’importanza dell’annotare tutto e persino il loro rifiuto di mangiare le fave poiché usate per attuare le votazioni. Il punto saliente dello spettacolo si mette in atto quando l’antagonista del matematico convince tutti i cittadini di Kroton (l’odierna Crotone) a dare la caccia ai pitagorici, definendoli come “un olocausto da bruciare”. La fine dell’opera racchiude tutta la sua essenza; l’attore apre un dialogo con il pubblico parlando dell’idea della trasmigrazione dell’anima di Pitagora, incitando a evitare la xenofobia, poiché in qualsiasi corpo potrebbe celarsi l’anima di un defunto caro. La rappresentazione non è finalizzata a raccontare un passato mitologico, bensì tratta temi di attualità quali il melting pot, pacifismo, vegetarianismo e, ovviamente, matematica.