Siamo vicini alla famiglia Pittari. Parlano alcuni degli indagati

ospedale prontosoccorso

ospedale prontosoccorso

 

CASTROVILLARI – Dopo le esequie di Salvatore Pittari, il centauro venticinquenne morto durante il ricovero in ospedale a seguito di una caduta in moto, svolte domenica pomeriggio nella Parrocchia di San Francesco in Castrovillari, alcuni dei sanitari iscritti nel registro degli indagati nell’inchiesta ordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno voluto – attraverso i loro legali di fiducia – esprimere alla famiglia del compianto giovane la loro posizione. Gli avvocati Andrea Bonifati, Pierfrancesco De Marco e Innocenzo Palazzo, a nome di una decina delle tredici persone coinvolte nell’inchiesta che dovrà appurare la verità sulle cause del decesso del motociclista, hanno affermato che «come difensori ed a nome dei nostri assistiti vogliamo manifestare la più assoluta vicinanza alla famiglia del giovane scomparso». In attesa dell’esito delle indagini, sempre attraverso i legali, i «sanitari ritengono di aver fatto tutto il possibile». La vicenda del giovane, lo ricordiamo, era finita sul tavolo del Procuratore Capo di Castrovillari, Eugenio Facciola, e del Pm Maria Grazia Anastasia, dopo la morte del ragazzo, avvenuta in ospedale nella notte di domenica 15 novembre. Il giovane era caduto in moto nella mattina di quel giorno, intorno ad ora di pranzo, nel tratto di curve che da Civita portano verso Frascineto, battendo con un fianco sul guard rail. Era stato soccorso da un’autombulanza e trasportato in Pronto Soccorso a Castrovillari dove, dopo qualche ora, gli era stata diagnosticata una emorragia interna, a seguito di una Tac, che veniva operata d’urgenza nel reparto di Chirurgia del nosocomio cittadino. A seguito di complicanze nel quadro clinico il giovane nella notte perdeva la vita. Così la magistratura, dopo la denuncia di alcuni familiari, aveva posto sotto sequestro il corpo del ragazzo che veniva sottoposto ad autopsia dal consulente tecnico della Procura di Castrovillari, Maria Chiara Lavorato, insieme ai consulenti di parte delegati dalla famiglia (assistita dagli avvocati Antonio Bonifati e Vincenzo Malomo) la dottoressa Rosa Urgo di Gravina di Puglia ed il dottore Maurizio Scarpa di Altamura. Ora trascorreranno sessanta giorni prima che venga depositato l’elaborato dell’esame autoptico che consentirà ai magistrati di decidere se rinviare a giudizio i tredici indagati (tra i quali figura i sanitari ed i medici coinvolti nella catena di soccorso del motociclista) o archiviare la vicenda.