Una proposta di laboratorio innovativa, intesa alla sperimentazione e all’indagine psicologica di se stessi. “Senza telefono” storie teatrali prive di tecnologie è l’esperienza teatrale che inizierà giovedì prossimo tra le mura della Casa circondariale, condotta dall’associazione teatrale Aprustum che ritorna in presenza a lavorare con una particolare categoria di detenuti: i sex offender, ovvero quei soggetti condannati per reati di natura sessuale.
Non solo, dunque, una esperienza di socializzazione ma un vero percorso di introspezione di se stessi che il regista, Massimo Gatto, condurra con l’ausilio degli attori Katia Sartore e Fedele Battipede, e l’equipe della struttura detentiva composta dallo psicologo e lo psichiatra dell’Asp che lavorano all’interno del carcere di Viale Cosmai per approfondire l’analisi dell’io dei soggetti coivnolti e tradurla in un confronto con se stessi e gli altri.
«Partiamo da un luogo fisico – ha sottolineato il direttore della Casa Circondariale, Giuseppe Carrà – per andare a scoprire il non luogo dell’io attraverso una rivisitazione di se stessi in una catarsi verso l’altro».
Un progetto che riprende in presenza dopo lo stop dovuto alla pandemia e che aveva già visto coinvolta l’associazione Aprustum nel carcere con altre esperienze laboratoriali. «I detenuti sono isolati rispetto al mondo interno e vorremmo creare un percorso con le loro storie personali – ha spiegato il regista Casimiro Gatto – e vedremo attraverso la ricerca dove ci condurrà».
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