Savino incontra i politici: viviamo con fedeltà gli impegni

savino politici

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CASSANO ALL’JONIO – L’occasione dello scambio di auguri con gli attori istituzionali del territorio è stata l’occasione, per Monsignor Savino, di ritorna a parlare di «responsabilità» e «spirito di servizio». Alla platea di amministratori, consiglieri comunali, presidenti del consiglio delle varie municipalità rappresentate il Vescovo di Cassano all’Jonio ha ricordato la necessità di «vivere, con fedeltà, gli impegni che ci sono propri nel rispetto delle regole civili e dei progetti che abbiamo insieme intravisto e attendono di essere pianificati e attuati senza indugi, con un cuore umanizzato dalla capacità di denuncia delle ingiustizie che sacrificano tanti fratelli, dalla scelta della rinuncia a tanti privilegi che sono il risultato di forti sperequazioni sociali, e dalle buone pratiche della solidarietà con chi non ha la voce nemmeno per farsi sentire». Il vescovo, come nel suo stile, ha invitato i politici a mettersi in cammino – anche se simbolico – verso la grotta di Betlemme. «Ciascuno si carichi non soltanto dei progetti traditi, delle mancate solidarietà, delle infedeltà ai suoi propositi, delle scelte impostate sulle logiche di potere anziché di servizio, del suo egocentrismo sforato in indifferenza, della cura del suo “particulare” dimentico dell’interesse comune, delle vesti dell’apparire che nascondono l’essere, ma anche delle debolezze, delle incongruenze, delle contraddizioni, dei tradimenti che riconosce negli altri». Andare «insieme» ricordando che «le luminarie, i panettoni, i regali e lustrini hanno poco a che fare con la nascita di Gesù che ci aspetta con le braccia aperte in un abbraccio accogliente e con una domanda: dov’è tuo fratello? Dove hai lasciato la famiglia che non trova casa e passa le sue notti in macchina? Dov’è quel ragazzo che si è allontanato per cercare lavoro ed è rimasto imprigionato nelle reti del commercio delle sostanze stupefacenti, mentre si lascia distruggere dal loro uso? Dov’è la donna che vende il suo corpo sulla strada, alla mercé di uomini senza scrupolo che la trattano come se non avesse un nome ed una dignità di persona? Dov’è il nonno che i figli hanno consegnato in una struttura per anziani e non si ricordano di lui nemmeno in occasione delle feste? Dov’è il disoccupato che ha chiesto a tanti di dargli un lavoro, ma non ha trovato nulla? Dove sono tutti gli esodati, i cassintegrati, i licenziati che di punto in bianco non possono più pagare il mutuo della casa e finiscono vittime degli usurai, dopo aver sperimentato i metodi legalizzati dei prestiti bancari? Dov’è il barbone che, più disorientato che mai, si è presentato agli uffici dei servizi sociali comunali o alla Caritas battendo i denti per il freddo dopo essere stato scacciato dalla panchina della stazione ferroviaria diventata la sua casa? Dove sono i tanti bambini, gli uomini e le donne derubati di una esistenza dignitosa dalla sopraffazione, dall’illegalità e dalla corruzione? Dove le vittime di una natura profanata e sfigurata dall’abusivismo edilizio e dall’inquinamento di acque e terreni dovuto a discariche illecite?» In questo anno dedicato alla Misericordia, iniziato domenica in Diocesi con l’apertura della Porta Santa in Cattedrale «tocca a ciascuno attraversare quella porta che è il Cristo per intraprendere sentieri sconosciuti, nuovi, certamente in salita e quindi faticosi e difficili, che ci consentano di cercare insieme risposte a quelle domande che ci hanno sconcertato».