SARACENA – Il Comune di Saracena mette alla porta i lavoratori Lsu ed Lpu. Con una comunicazione ufficiale firmata dal Sindaco, Mario Albino Gagliardi (nella foto) , viene comunicato ai 34 lavoratori precari in forza all’ente che «il rapporto di lavoro a tempo determinato instaurato con questo Ente è da intendersi cessato alla data del 31/12/2015» e dunque le persone «sono invitate ad astenersi dallo svolgimento di qualsiasi attività in nome e per conto di questo Ente». Una decisione che per Vincenzo Laurito, segretario comprensoriale del Nidil Cgil, è un atto formalizzato «pretestuosamente, ma ciò che è peggio e rende ancor più insopportabile la presa di posizione» è negando la possibilità di prestare «attività lavorativa per l’Ente stesso» si pregiudica «la corresponsione del sussidio. È un atto inconsulto consumato contro lavoratori e le loro famiglie private così di ogni sostentamento». Nella sua decisione, però, il Sindaco Gagliardi motiva il perché della sua scelta, determinata dall’aver registrato che «il Governo centrale non ha adottato alcun specifico provvedimento legislativo in ordina alla eventuale prosecuzione del rapporto di lavoro» disciplinato dal Decreto Interministeriale dell’ottobre 2014 e che la Regione Calabria ha provveduto alla pubblicazione di una «semplice circolare» in extremis che «non consente – secondo Gagliardi – di individuare un iter amministrativo fondato sulla certezza del diritto, con possibili ripercussioni negative sulla correttezza dello stesso procedimento amministrativo». Per cui il Comune di Saracena «non intende farsi carico delle incongruenze sopra evidenziate e quindi procedere all’adozione di provvedimenti che potrebbero risultare privi di fondamento giuridico, in assenza di chiara normativa adottata dal governo centrale che deve garantire le risorse finanziarie necessarie per consentire il processo di contrattualizzazione e/o stabilizzazione del comparto Lsu/Lpu». Ma Laurito segnala che questa decisione è «una cosa grave» perché la Regione Calabria ha fatto quanto ha stabilito il Governo che ha demandato alle regioni la prima fase di questo percorso già ufficializzato nel decreto Mille proroghe. In più aver messo alle porta i 34 lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità ha comportato il fatto di «dover sospendere le ferie al personale interno» per espletare i servizi che venivano effettuati anche con l’ausilio del personale precario che «è stato messo alla fame». Nei prossimi giorni si tenterà una mediazione con il Comune di Saracena, mentre della questione è stata subito informata la Regione Calabria.