Sanità: l’Asp abbandona le aree interne. Cgil chiede un tavolo di concertazione

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CASTROVILLARI – Non è piaciuto il riordino delle guardia mediche alla Cgil comprensoriale Pollino Sibaritide Tirreno. Per il segretario generale comprensoriale questa ultima proposta dell’Asp di Cosenza consegna all’abbandono le aree interne e «mette a rischio la continuità assistenziale dei cittadini». Per questo è stato chiesto «subito un tavolo sulla sanità provinciale, sulla rete ospedaliera e la medicina territoriale». Sposato non ha mezzi termini: «procedere a colpi di decreto, così come avvenuto con la delibera 705 del 22 aprile senza ascoltare i Sindaci di Cerchiara, Plataci, Castroregio, Canna e le rappresentanze sociali sul riordino delle guardie mediche è un errore che penalizza fortemente i cittadini delle aree interne della provincia di Cosenza. Si continua a perpetrare una organizzazione della sanità in termini ragionieristici, che agisce in continuità con una gestione provinciale deprecabile e che ha penalizzato nel tempo il territorio a nord della Calabria Jonica, Tirrenica e del Pollino». Il dramma per le aree interne è più che reale, avendo già subito «i disastri legati al dissesto idrogeologico e alla mancanza di una adeguata rete di collegamento infrastrutturale». Emergenze che questi provvedimenti rischiano di amplificare l’alienazione della rete dei servizi socio-sanitari con un «depauperamento progressivo ed inarrestabile che alimenta la migrazione e lo spopolamento». La Cgil territoriale, vicina alle popolazioni, chiede al Commissario Asp di Cosenza di «ascoltare il disagio ed attivare un tavolo immediato con i Sindaci per una disamina congiunta della problematica circa riordino delle guardie mediche, tenuto conto che nell’aprile 2013 un incontro specifico aveva prodotto una sintesi concertativa tra tutte parti. Riteniamo altresì come Cgil territoriale non procrastinabile la convocazione di un incontro con le parti sociali con il Commissario Asp Cosenza per una disamina di tutto sistema sanitario provinciale, la rete ospedaliera, la rete di emergenza urgenza e la medicina territoriale alla luce dei bisogni che presenta il sistema della salute in tutta la provincia».