Roghi nella Valle dell’Esaro. La Forestale arresta un incendiario

forestale elicottero
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SANT’AGADA D’ESARO – Lo hanno tratto in arresto questa mattina su disposizione del Tribunale di Castrovillari che ne ha emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari. E’ lui secondo gli investigatori del Corpo Forestale dello Stato il presunto responsabile di numerosi roghi che hanno interessato i comuni di Sant’Agata d’Esaro e Mottafollone, aree questi particolarmente colpite dai roghi durante lo scorso mese di luglio. All’uomo, F.N. di anni 37, accusato di incendio boschivo doloso, sono stati disposti gli arresti domiciliari dal Tribunale di Castrovillari, Sostituto Procuratore Dr. Antonino Giannotta. Tale restrizione è stata disposta al termine di accurate indagini svolte dalla Forestale anche con l’ausilio di videoriprese. Le ricerche e i controlli sono proseguiti per oltre un mese e si sono concentrati su una decina di incendi, alcuni dei quali avevano interessato anche l’area del Parco Nazionale del Pollino e per i quali le prove raccolte nel corso degli appostamenti e le attività scientifiche di refertazione nonché le riprese video-fotografiche hanno potuto chiarire il modus operandi dell’incendiario. Tra tentativi e incendi conclamati sono stati riscontrati complessivamente dagli uomini del CFS sedici inneschi di incendi boschivi, con condizioni palesi di suscettività ad espandersi su aree boscate e antropizzate. Una attività investigativa importante che mette in risalto l’importanza ed il ruolo principale che il Corpo Forestale ha da tempo nella lotta agli incendi boschivi sia nell’opera di spegnimento che nell’attività investigativa. Tale attività ha portato nei giorni scorsi ad un altro arresto a Mongrassano. Quella volta a finire ai domiciliari era stato un pastore processato per direttissima ad un anno di reclusione. Ora è toccato al giovane di S.Agata per il quale ulteriori indagini stanno cercando di stabilire se vi sono alla base di tale gesto eventuali mandanti e analizzare le cause che spingono a tale gesto che, secondo il Corpo Forestale, potrebbe scaturire da una rivalità inerente territori di caccia.