Il lavatoio di San Giovanni Vecchio, un pezzo di storia castrovillarese che viene riconsegnato alla città dall’Amministrazione municipale. E’ quanto avvenuto ieri pomeriggio al termine della ristrutturazione eseguita dall’impresa IERRE Costruzioni Srl di Giuseppe Iannibelli, grazie all’opera del progettista e direttori dei lavori, l’architetto Salvatore Dessì, a cui sono andate le sentite congratulazioni delle Istituzioni presenti dopo le loro espressioni d’impegno e cura sulla realizzazione Il lavatoio era una realtà con cui ci si doveva fare i conti. Coinvolgeva le donne della famiglia, a volte anche le braccia delle vicine di casa, era una gran dura fatica che andava a sommarsi ai non facili lavori quotidiani, durava almeno un giorno ed una parte veniva svolta all’esterno sotto l’acqua corrente dei lavatoi pubblici o lungo il corso dei fiumi.“L’intervento di recupero, compiuto anche con i fondi dedicati del Parco Nazionale del Pollino, fa parte dell’azione mirata dell’Ente sovraregionale per rigenerare e rivalutare il ruolo di memoria che hanno tali luoghi nelle nostre comunità”, ha sottolineato tra le altre cose il presidente, Mimmo Pappaterra, e che, pazientemente, sono quì, sotto gli occhi di tutti, per far rivivere e riscoprire ricordi, anche durante eventi che ogni comunità può proporre grazie a queste autorevoli impronte presenti.
Scelta che sta portando avanti il Comune di Castrovillari, che ha sostenuto metà del costo dell’opera, consapevole della capacità di queste tracce evidenziate, per l’occasione, pure da Gianluigi Trombetti, ispettore onorario della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Calabria, che oltre a dare le ragioni delle radici del sito, “ha ribadito il valore specifico dell’area in cui insiste per le testimonianze che ancora cela e che, con altre, hanno bisogno oltre che di essere riscoperte anche di essere preservate per essere meglio tramandate”.I lavatoi, si è pure ricordato tra i presenti, diventavano luoghi chiassosi, dove il rumore dell’acqua scrosciante, della biancheria zuppa sbattuta sulla pietra, con dei sonori schiocchi, si mescolava al chiacchiericcio, alle risate, alle canzoni a volte, ai pettegolezzi delle nostre nonne che, nonostante la vita difficile, trovavano sempre di che ridere e sorridere.Sono frammenti di esistenza passata che srotolavano nei nostri Borghi “e che -ha spiegato il Sindaco Domenico Lo Polito concludendo la semplice cerimonia- bisogna ripossedere con dignità e riguardo proprio per ciò che ci riconsegnano e ci aiutano ad impreziosire e far divenire protagonisti di cultura e di occasioni di socialità”.