Riapre la collegiata della Maddalena. Per lei si pensa ora al titolo di basilica

maddalena riapertura

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MORANO CALABRO – Gioia e commozione raccontano i volti dei tanti fedeli che ieri, dopo 4 anni e 29 giorni, hanno visto spalancarsi nuovamente le porte della Chiesa di Santa Maria Maddalena rimasta interdetta al culto per i danni causati dal sisma dell’ottobre 2012. Luogo molto caro ai moranesi, la riapertura della Chiesa è il raggiungimento di un obiettivo frutto di anni di lavoro, intoppi burocratici ma comunque «un momento di grazia per la nostra comunità che si è stretta ancora di più per la risoluzione del problema», afferma don Gianni Di Luca parroco della Maddalena. Quest’ultimo non ha nascosto al vescovo della Diocesi di Cassano all’Ionio, Monsignor Francesco Savino l’auspicio che la Chiesa, l’unica della diocesi dedicata alla prima apostola Santa Maria Maddalena, «possa ricevere in futuro un riconoscimento, magari come basilica». Sabato 26 «per dare maggiore risalto a tutto ciò che è stato fatto» è stata organizzata una conferenza stampa in cui tutti gli attori istituzionali hanno reso pubblici i passaggi burocratici e gli interventi posti in essere per la messa in sicurezza della Chiesa, grazie alle somme ricevute dalla protezione civile, dall’8 per mille, e dai benefattori sensibili alla causa. Monsignor Savino, nel presiedere la celebrazione eucaristica, ha voluto «farsi eco della gioia della comunità di Morano» resa ancor più visibile dalla presenza di tutti i sacerdoti moranesi, segno di unità. Il presule, dopo aver donato all’assemblea la sua riflessione sul tempo dell’avvento che ci prepara al Natale ha affermato che «non basta aprire una chiesa, è necessario perseverare nell’ascolto della Parola di Dio, nella frazione del pane e soprattutto nella comunione dentro e fuori la Chiesa» così come ricordano gli Atti degli Apostoli. A conclusione il parroco, con evidente commozione, ha ringraziato uno ad uno coloro i quali si sono spesi per riportare la Chiesa al suo originario splendore, raccontando di persone che con gratuità si sono messe a servizio donando il proprio tempo in progetti come l’accoglienza dei dieci giovani migranti. Per continuare ad essere solidali con quanti hanno subito danni a causa del recente terremoto la colletta della celebrazione è stata devoluta al convento dei frati cappuccini di Camerino, i cui novizi sono ospiti ora del convento francescano moranese. Prima di impartire la benedizione finale il vescovo di Cassano all’Jonio ha annunciato – tra gli applausi dei fedeli – di voler «velocizzare la verifica per la causa di beatificazione di don Carlo De Cardona».