Rescisso il contratto per la SS534 alla Vidoni. Sindacati: i lavoratori non paghino per un sistema che non funziona

sciopero SS534

sciopero SS534

 

SIBARI – Dopo tre mesi di cantiere fermo, e le vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’azienda Vidoni, oltre ai contenzioni con Anas la storia della SS534 si complica e di molto. L’indiscrezione, trapelata già nella serata di ieri a margine dell’incontro romano tra i parlamentari calabresi e la dirigenza di Anas, è purtroppo una conferma oggi. La Vidoni si sarebbe vista rescindere il contratto per la costruenda statale calabrese, notizia che averrebbe fatto chiedere alla triplice sindacale di categoria (Fillea Cgil, Feneal Uil, Filca Cisl) un incontro urgente proprio ad Anas per «trovare tutte le forme per garantire una immediata ripresa dei lavori ed il mantenimento dei livelli occupazionali». Nel cantiere della piana di Sibari lavorano circa 200 lavoratori che oggi rischiano di perdere il posto di lavoro schiacciati nella morsa di un «sistema che non funziona – denunciano le organizzazioni sindacali – fatto di ribassi eccessivi, inchieste ed altro». E’ arrivato il momento che «Anas ed il governo regionale facciano chiarezza su tutto quello che direttamente o indirettamente è in gioco in questo momento». La preoccupazione è rispetto agli intoppi che la burocrazia potrebbe inserire in questo tortuoso percorso aggravato dalle inchieste – su tutte “Dama Nera” – che ha interessato il primo soggetto costruttore e che ha investito anche la seconda azienda in graduatoria che, oggi, per legge potrebbe subentrare nell’appalto. La Tecnis, infatti, si è vista rititare il certificato antimafia proprio a causa della inchiesta giudiziaria ed in questi giorni i circa 900 dipendenti «stanno scioperando – aggiunge la triplice – perchè vantano molti salari arretrati e soprattutto perchè il loro futuro lavorativo è a rischio». Oggi la paura è anche che «la burocrazia e i contenziosi» prevalgano «sulla necessità di dare risposte ai lavoratori ed al territorio che hanno bisogno di terminare questa opera». Allarmati anche gli esponenti di Forza Italia cittadina che attraverso il circolo di Roberto Senise sollecitano a «fare in fretta» nel dare completamento all’opera che «fa parte della struttura portante della rete stradale della nostra regione». Già il blocco del cantiere sta comportando «notevoli disagi non solo alla circolazione stradale ma anche alla debole economia, prevalentemente agricola, che caratterizza l’intero territorio».