LAINO BORGO – «Una riapertura della centrale elettrica del Mercure riconvertita a biomasse, favorirebbe i guadagni della criminalità organizzata, infiltrata nell’approvvigionamento di legname». L’affermazione pesante arriva dalla bocca di Paolo Parentela, deputato del Movimento Cinque Stelle, eletto nella circoscrizione Calabria e portavoce alla Camera dei Deputati dei Grillini. «Oliverio e la sua giunta – continua – stanno continuando a percorrere la strada intrapresa da Scopelliti. Un segnale ulteriore di come la discontinuità tanto decantata da Oliverio fosse solo uno slogan da campagna elettorale. In realtà i partiti stanno continuando, col proprio complice silenzio, a fare il gioco di Enel senza ascoltare minimamente cittadini, associazioni, comitati ed i sindaci delle zone interessate, che la centrale non la vogliono». Secondo il Grillino le dimensioni della centrale e la concomitante presenza di altre centrali a Biomasse tra Calabria e Basilicata «escludono la possibilità di approvvigionamento dalle due regioni interessate. In più l’alto traffico degli oltre cento camion che dovrebbero transitare sulle strade del Pollino, renderebbero praticamente impossibile la viabilità della zona, per non parlare dell’impatto ambientale che potrebbero avere sull’ambiente del Parco Nazionale». Ma la preoccupazione di Parentela è che «nel commercio del legname che alimentano le centrali a biomasse c’è infiltrata la ‘ndrangheta, come ampliamente provato da atti giudiziari e report giornalistici sul tema. Eppure Oliverio, Pittella ed il Governo Renzi si ostinano a sostenere la centrale, che sorgerebbe nel bel mezzo del Parco Nazionale del Pollino, la più grande area protetta del Paese». Ora il Governo ha «girato la patata bollente ai governatori di Calabria e Basilicata» – scrive il deputato cinque stelle – «chiedendo loro un’improponibile quanto vergognosa deroga sulla potenza della centrale (da poco più di 2 a 41 Mwe), che permetta ad Enel di infischiarsene dei limiti previsti dal piano del Parco. Noi ci batteremo con le unghie e con i denti per impedirne la riapertura, consapevoli di essere dalla parte dei cittadini del Pollino».