Cerco di astenermi sempre dalle polemiche ma questa volta davvero non resisto. Scrivo per il profondo imbarazzo istituzionale che ho avvertito sulla mia pelle a seguito della pubblicazione del fuorionda tra il Sindaco Beppe Sala e il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana su una loro discussione sul PNRR.
Trovo disdicevole ed imbarazzante non la discussione in sé ma l’idea di Paese che si ha. In quelle parole emerge una forte – ancora – ed anacronistica contrapposizione tra due parti di territorio Nazionale. Scandalizza l’idea delle troppe risorse del PNRR destinate al Sud.
Pensate un pò, noi siamo scandalizzati del fatto che ne vorremmo ancora di più. Non è in gioco la quantità ma la qualità. Ebbene, nel Mezzogiorno d’Italia abbiamo dimostrato più volte di saperci fare autogol clamorosi: mancata programmazione, inefficienza della pubblica amministrazione, una difficile cultura nella cooperazione imprenditoriale e per non farci mancare nulla inefficienza della spesa sui Fondi Europei. Abbiamo avuto i nostri limiti (tanti e gravi), non li nascondiamo. Ma questo non giustifica l’idea di Paese che avete.
Il Mezzogiorno d’Italia ha più risorse sul PNRR per il mero motivo che vi state “impoverendo”, state arrivando al vostro grado di stagnazione economica.
Il moltiplicatore di sviluppo del nord cresce se la ricchezza prodotta nel Mezzogiorno aumenta. Le risorse sono destinate al Sud perché chiediamo ancora l’alta velocità (per voi qualcosa ormai banale). Le risorse maggiori sono destinate al Sud perché abbiamo aziende di eccellenza che non vogliono delocalizzare e vogliono rimanere qui chiedendo sacrosanti diritti, servizi, per creare opportunità occupazionali. Le risorse maggiori sono destinate al Sud perché abbiamo fame di riscatto, sappiamo essere resilienti e perché nel momento di difficoltà sappiamo unirci e dimostrare di essere grandi.
Le risorse sono destinate al Sud perché abbiamo dimostrato, nella storia, di essere straordinari innovatori. Le risorse sono destinate al Sud perché sarà l’ultima chance per metterci all’opera e cercare di rimediare agli errori del passato dandoci la possibilità di chiedere scusa ai tanti giovani che sono stati costretti a scappare via dalle nostre meravigliose Regioni. In ultimo, la maggior parte delle risorse sono destinate al Sud, perché forze più lungimiranti di noi – la madre Europa – ha scelto che dovrà essere il Sud a crescere.
Forse ho sbagliato a scrivere, dando l’idea differenziata tra “noi” e “voi”, ma a volte credo sia giusto far notare le differenze di vedute. Noi vogliamo che l’Italia cresca, partendo dal Sud. Voi, non so. Non sarà uno scontro istituzionale ma è arrivato il momento di combattere marcature politiche che riteniamo fuori luogo ed appartenenti a vedute del passato. In ultimo, se “volete farvi furbi” iniziate a mandarci i tanti ingegneri figli del Sud che si trovano al nord, gli economisti, ragionieri, geometri, personale scolastico, marketing manager, architetti, sviluppatori turistici, etc., perché a noi mancano e ci servono per mettere a terra le risorse del PNRR e magari sceglieranno di rimanere qui, con la loro famiglia, per un’equa distribuzione di chi ha tanto avuto e di chi non ha mai ottenuto.
Se cresce il Sud, cresce l’Italia. Non è una frase fatta o ad effetto ma la banale, semplice e cruda verità. Ora a lavoro che in questo mese e nel prossimo scadono una marea di Bandi per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e si, destinati per il Sud.
*Paolo Pappaterra
Direzione regionale del Pd