Il ricordo di Padre Adolfo, il frate di tutti arrivato da Brescia

Foto diario

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CASTROVILLARI – Sarà celebrata il 31 maggio nella chiesa di San Francesco di Paola a Castrovillari, la Messa di Primo Anniversario della Salita in Cielo di Padre Adolfo Della Torre ( ritratto in alto nel quadro di Franco Zaccaro) , il sacerdote Bresciano molto amato nella città del Pollino, che morì nella Chiesa dell’Immacolata di Catanzaro, città in cui si trovava dal 2008, quando lasciò Castrovillari, dopo dodici anni di servizio, per tornarvi, ahimé a riposare eternamente nel Cimitero di via San Sebastiano, come da sua espressa volontà. Lui che era stato anche male accolto da una cittadinanza scettica e guardinga verso questo sacerdote che rimarcava gli insegnamenti gridando dal pulpito e che aveva sostituito un parroco serafico e silenzioso, entrò così tanto nel cuore della gente da creare un legame indissolubile con i castrovillaresi che non si sono mai rassegnati all’idea di vederlo andare via (sebbene sia stato sostituito da un parroco encomiabile ndr).  Dodici anni, dicevamo, spesi a salvaguardare i diritti degli ultimi; a rimarcare con forza che l’unico cammino da seguire era quello segnato nel Vangelo.  “Conta solo quello che dice il Signore -diceva sempre- Vedete, Lui è lì”. E si girava verso la Croce puntando l’indice. Poi, rivolgeva quello stesso indice verso i fedeli, aggrottava le sopracciglia e tuonava: “Smettetela con tutti questi paternostrare; inutile snocciolare i granelli del Rosario se poi odiate vostra sorella”. Era un modo per inculcare il senso della sostanza più che dell’apparenza. Gia, perché Padre Adolfo era la sostanza e, da organista animatrice di tante e tante sue Messe, posso confermare che  il Parroco Bresciano chiedeva concretezza anche nell’animazione. Aveva l’umiltà di non entrare nel merito di tante decisioni che pur facevano capo a lui come “Numero 1” della Parrocchia in cui prestava servizio, ma se non era padrone della materia, si lasciava guidare, abbassando il capo, giungendo le mani a mo’ di preghiera. Poi, si allontanava con la sua camminata contraddistinta da un passo  stretto  e veloce. I suoi silenzi, oltretutto, non erano assensi ma, il più delle volte, atteggiamenti per evitare discussioni inutili.  Ha avvicinato parecchi giovani non credenti a Messa. E se è vero che il fedele partecipa alle omelie religiose al di là del Sacerdote presente perché in quel momento il Consacrato rappresenta Cristo, chiunque egli sia, dall’altro portare in chiesa fior di miscredenti (anche se ascoltavano la Messa solo quando c’era lui), era già un inizio. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, ( e io tale mi ritengo), non può non ricordare che aveva anche uno spiccato senso dell’umorismo. Le sue battute calzavano sempre a pennello. Sapeva scoccare come pochi, la freccia dell’umorismo, anche se il discorso era serio e così facendo, stemperava i toni e ti mandava via dalla Sacrestia con  l’animo sereno.  Ma sapeva esser duro ammonitore nello stesso tempo: si fa tutto per Cristo e in Cristo. Lui conta. “I Santi sono solo dei mediatori tra noi e Lui che hanno seguito la via del Vangelo. Ci si inginocchia solo davanti al Santissimo. Si adora solo Dio”. Memorabile, a questo proposito fu un episodio concomitante con l’arrivo della statua di San Pio nella chiesa di San Francesco.  Per devozione popolare verso questo grande uomo, tante persone appena arrivò questa statua, nell’entrare in Chiesa, si soffermavano prima davanti al Frate di Pietrelcina e poi salutavano per convenevole il “padrone di casa”. Padre Adolfo, da attento osservatore disse: “Ve l’avevo promesso e l’ho fatta arrivare. Ma vi prometto anche che la sposto da qui (in origine era stata collocata nei pressi del catino absidale ndr) e la metto dietro, in fondo alla Chiesa perché avete dimenticato chi comanda qui”. Detto, fatto! Le più anziane erano allibite ma chi doveva comprendere ha compreso; anche le “integraliste”. Non era un dispetto alla gente né tantomeno un segno di superbia verso un uomo grande come San Pio. Si chiama Catechismo. E lui, tra l’altro, lo faceva sempre. Sia insegnandolo dall’altare che per la strada.