Lottano ogni giorno contro «un nemico che ci vuole uccidere» e sperano di avere nell’azienda sanitaria un «alleato» dove «trovare speranza» e non disagi. Sono i malati oncologici in cura presso l’ospedale di Castrovillari che per alcuni giorni si sono trovati a vivere un disservizio che sta creando serie difficoltà al personale medico e paramedico che con cura, professionalità, e tanta umanità assiste i pazienti che arrivano da ogni parte della Calabria.
Un blackout elettrico durato diverse ore ha comportato l’impossibilità di processare i prelievi effettuati interrompendo di fatto le cure, visto che il black out ha di fatto interrotto il sistema informatico non permettendo di redigere piani terapeutici, di somministrare le chemioterapie, interrompendole pericolosamente. Uno stallo nel sistema di gestione di malati così particolarmente fragili che diventa «fortemente lesivo dei sacrosanti diritti dei malati» scrive uno di loro in una missiva indirizzata alla direzione sanitaria per denunciare quanto accade.
Se da una parte c’è personale medico e paramedico altamente preparato, professionale, che riesce a creare empatia con i malati, che gestisce con umanità ogni rischiesta, dall’altra si deve fare i conti con difetti del sistema elettrico che hanno causato disagi ai pazienti che arrivano da ogni parte della Calabria e che, nella loro fragilità, sono esposti – soprattutto in epoca Covid – ad viaggi interminabili e faticosi che mettono a rischio la loro già precaria condizione di salute.
Tante storie di sofferenza e speranza che si incontrano e si raccontano nella sala d’aspetto e che vivono, a causa di un disservizio che la struttura tenica dell’ospedale ha provato a risolvere nel giro di poche ore, rimettendo in piedi il sistema informatico con un’azione straordinaria di manutenzione che ha superato il blackout elettrico non imputabile alla responsabilità della struttura sanitaria e che già oggi ha permesso l’accesso alle cure.
«Non è questo un Paese che si definisce moderno» scrivono i malati in una missiva di denuncia chiedendo alla direzione sanitaria una «risposta attiva, riportando alla normalità, ciò che ci garantisca le dovute e inalienabili cure».
Si chiede inoltre anche il controllo sulla sicurezza anti Covid in un reparto dove la precarietà di salute è già di per se conclamata e il livello del rispetto delle norme anti contagio dovrebbe essere ai massimi livelli. «E’ inconcepibile – scrivono i malati – che si acceda in oncologia, senza un controllo delle certificazioni verdi, con mascherine non a norma, che non ci sia disinfettante in sala d’attesa, che in questa possano accedere persone del tutto estranee. Non si può demandare anche ciò al personale sanitario, che svolge mansioni delicate e spesso in carenza di organico; occorre la figura di vigilanza».
Il problema oggi è stato risolto, però episodi come quello raccontato, mettono in evidenza la necessità di intervenire perchè simili disservizi non si verifichino più con tutti i disagi che ne conseguono. Ai malati è dovuto.