Mons. Savino incontra i giornalisti di Pollino e Sibaritide. Siate coraggiosi

giornalisti vescovo

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CASSANO ALL’JONIO – «Ci sono tre termini, tre parole, Verità, Libertà e Giustizia che un giornalista non dovrebbe mai dimenticare. Un giornalista non può cedere alla falsità. Bisogna che chi fa informazione sia il collaboratore della verità, anche perché, la verità rende liberi ed è un attributo di Dio. Un giornalista che per qualsiasi motivazione cede alla falsità viene meno al suo ruolo». Così Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio, ha parlato ai rappresentanti del circolo della Stampa Pollino – Sibaritide che stamane hanno fatto visita al presule. Per il Vescovo di Cassano «l’informazione, che è fondamentale nel processo formativo di una qualsiasi entità, è il segnale della libertà in una democrazia matura. Non vi può essere informazione se non vi è libertà. Il giornalista non può non essere al servizio della giustizia. Su queste tre parole, verità, libertà e giustizia, ci giochiamo la vita» ha continuato a dire il sacerdote pugliese da qualche settimana alla guida della chiesa locale. A guidare la delegazione di giornalisti il presidente del Circolo della Stampa Pollino – Sibaritide, Cosimo Bruno, il quale, nel dare, a nome di tutti i giornalisti, il benvenuto a monsignor Savino e nell’augurarsi che questo incontro sia l’inizio di una proficua collaborazione, ha illustrato, a grandi linee, le attività del Circolo. «I giornalisti – ha detto Bruno- sono i fedeli servitori della notizia e la loro professione è un servizio, una missione per la collettività. Anche la professione giornalistica, come gran parte delle professioni, in questo periodo, vive grosse difficoltà, ma non vi può essere un buon giornalismo se quotidianamente si vogliono cancellare le tutele e se, soprattutto, si attenta alle libertà e al giusto compenso». Anche per monsignor Savino «fare informazione è un servizio e mai come in questo momento la parola servizio va recuperata, dandogli il senso che gli compete. Oggi, nella nostra società, c’è l’andazzo di servirsi e non di servire. Sono preoccupato per la predominanza del narcisismo. L’individualismo è il grande regalo che ognuno di noi fa a chi non vuole servire, ma vuole servirsi. L’augurio e che voi possiate essere sempre coraggiosi».