CASSANO ALL’JONIO – Dal palco a pochi passi dalla Cattedrale di Cassano sono le autorità territoriali a salutare ufficialmente il nuovo vescovo di Cassano all’Jonio. A loro il Presule parla di «osare l’aurora, nonostante la notte ciascuno nel suo ruolo. C’è un valore che è il metodo del rapporto tra Chiesa ed Istituzioni: la sussidiarietà verticale che deve integrarsi con quella circolare. La sussidiarietà verticale dice la mia disponibilità a collaborare con ciascuno di voi, uomini di istituzione, anteponendo sempre il bene comune, il bene di tutti, nel rispetto dell’autonomia della politica che è laica, nella consapevolezza che la laicità deve essere positiva valorizzando competenze e risorse che il territorio, nella sua dimensione antropologica, mette a disposizione». La terra calabra – aggiunge – è terra di uomini e di donne capaci di fare sintesi tra le “ragioni della ragione” e le “ragioni del cuore”, tra la tradizione e la modernità. Una terra generosa e accogliente, bella e di profonda cultura. Con le parole di Papa Francesco, nell’ultima assemblea dei Vescovi italiani, dico che non si può essere né timidi né irrilevanti nei confronti della corruzione». La sfida oggi è passare «dalla cultura dello scarto, degli avanzi, della globalizzazione dell’indifferenza, alla cultura dell’incontro, del dialogo, della convivialità delle differenze, dove la differenza o ogni forma di diversità sono una risorsa e non un problema. La cultura dello scarto è generata ancor di più dalla disoccupazione». Sottolinea inoltre che «il lavoro» è «la priorità delle priorità e come Chiesa dichiaro subito la disponibilità a collaborare per intraprendere ogni strada possibile, per creare lavoro pulito che dia dignità alle persone. “Camminando si apre cammino”, ha detto qualcuno. Allora iniziamo a camminare insieme per diventare protagonisti di un “nuovo umanesimo” che faccia della nostra Diocesi, della nostra Calabria, un territorio dove cielo e terra si possano incontrare».