Migrante abbandonato a se stesso, adottato dal suo avvocato

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CASTROVILLARI – Un mese fa era sbarcato sulle coste joniche salvato dalla capitaneria di porto di Corigliano Calabro insieme ad altri centodieci migranti in fuga dagli orrori della guerra e delle carestie del nord Africa. Ma in poche ore la sua posizione era cambiata da disperato a presunto scafista. Così la vita di Seck Mamour, senegalese di 28 anni, era cambiata in un batter d’occhio. Aveva visto la salvezza, approdando sulle coste italiche della Calabria dopo la drammatica traversata in mare a bordo di un fatiscente barcone. Ma la testimonianza di alcuni suoi compagni di sventura lo aveva reso quel mostro orribile che tutti vorrebbero mettere alla gogna. Così le forse dell’ordine lo avevano tratto in arresto insieme ad altri tre connazionali indicati, da una parte dei profughi, come coloro che avevano condotto il natante verso le coste italiche con il loro carico di disperazione. Ma lui – che parla uno stentato inglese ed un po’ di francese – da subito al suo avvocato, Vincenzo Viceconte di Castrovillari, aveva confessato di essere un disperato tra i tanti e di non aver assolutamente lavorato come scafista. Ed i segni di percosse sul suo corpo erano la testimonianza più evidente di quanto la sua vita fosse stata segnata in sofferenza. Tre giorni fa in Procura l’indicente probatorio con due dei suoi accusatori, alla presenza del suo difensore e del giudice, ha messo a nudo la novità. Il suo ruolo fu solo quello di aiutare nella rotta per evitare il naufragio suo e dei suoi compagni di sventura. Alla luce di questa ricostruzione – confermata da uno dei testimoni (l’altro risulta già irreperibile sul suolo italico) il Giudice per le indagini preliminari ha disposto l’istanza di scarcerazione. Ma ciò che poteva essere il lieto fine di una tragica vicenda ha aperto una nuova odissea per il giovane senegalese. Aperti i cancelli della Casa Circondariale di Castrovillari e rimesso in libertà si è ritrovato da solo, senza nulla, e senza assistenza sulle strade polverose della Calabria che lo aveva visto presunto scafista. Disperato e smarrito si è messo in contatto con il suo difensore che, pensando di aver concluso il suo lavoro giudiziario, si è trovato suo malgrado ad impietosirsi della condizione del giovane privo di qualunque assistenza. Così da tre giorni lo ospita a sua spese mentre cerca di sapere dalle autorità competenti chi debba occuparsi della sorte di Seck Mamour. Abbandonato da tutti, persino dalla burocrazia, troppo cruda ed attenta alla norma davanti all’umanità disperata.