Mercure. Il Comitato del Si scrive al Presidente Mattarella

centrale enel Mercure

centrale enel Mercure

 

LAINO BORGO – «Basta con le bugie e la pubblicità gratuita sulla pelle dei lavoratori». Lo scrive il comitato del Si alla centrale del Mercure in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella quale si sottolinea come «la questione dell’impianto rinnovabile Enel al confine tra la Calabria e la Basilicata ha smesso di essere una questione ambientale per trasformarsi in un cassa di risonanza per la politica personalistica portata avanti da alcuni esponenti del territorio». A prova della tesi del Si ci sarebbe la dimostrazione che nei mesi in cui ha funzionato a pieno regime la centrale di Laino Borgo «ha dimostrato di essere assolutamente irrilevante per l’ambiente e la salute dei cittadini della Valle del Mercure». A testimoniarlo ci sarebbero «i dati delle due Agenzie per l’Ambiente calabrese e lucana». Inoltre a favore del presidio Enel del Mercure «si sono espressi – continuano quelli del Si – i pareri di numerosi Enti, Comuni, Regioni, Consiglio Europeo, Consiglio dei Ministri e soprattutto la stragrande maggioranza dei Sindaci e dei comuni interessati. Su nove comuni coinvolti solo due si sono opposti. Sette sono a favore della pronta riapertura della centrale che nei mesi di funzionamento ha dimostrato di essere un volano per l’economia di un territorio massacrato dalla disoccupazione. La Valle vuole la centrale». «È sconvolgente – aggiunge il comitato – pensare che gente come il pentastellato Pedicini da un lato chieda il reddito di cittadinanza e dall’altro faccia la guerra ai lavoratori della centrale e delle nuove imprese che sono sorte grazie all’impianto Enel per la produzione locale di biomasse legnose a chilometro zero. Noi non vogliamo i soldi dello stato senza lavorare. Vogliamo portare il pane a casa onestamente». La filiera delle biomasse tra Calabria e Basilicata «può dare lavoro a migliaia di persone e diventare un fiore all’occhiello delle due regioni a livello nazionale» basti pensare che la centrale da sola occupa cento persone. «Invece certi politici come i sindaci di Rotonda e Viggianello preferiscono dipingere onesti lavoratori come mafiosi quando qui si parla di padri di famiglia che chiedono solo di lavorare con onestà. È sconvolgente assistere alle azioni di gente come i sindaci di Rotonda e Viggianello che per undici anni hanno usato la burocrazia per far saltare un investimento già realizzato di quasi cento milioni di euro raccontando la favola di un turismo che non hanno mai sostenuto e fatto decollare se non a parole».