Macellazione clandestina, scarichi abusivi e detenzione di animali pericolosi. Sono i reati dei quali dovrà rispondere un uomo di Scigliano a seguito di una ispezione igienico sanitaria effettuata dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rogliano in collaborazione con i N.A.S. di Cosenza presso un esercizio commerciale di Macelleria nel comune cosentino. Durante l’ispezione si è constatato che l’attività era sprovvista di regolare traccia documentale della gestione e della rintracciabilità degli scarti di origine animale. Si è quindi proceduto ad estendere il controllo, unitamente al personale veterinario del Distretto Sanitario di Rogliano, anche all’azienda agricola di proprietà legata a tale attività commerciale.
All’interno di un magazzino adibito a macellazione i controlli hanno evidenziato la presenza di carcasse appena macellate di suini privi di dispositivi utili all’identificazione o alla tracciabilità. Inoltre i reflui derivanti dal lavaggio dei capi macellati, attraverso una tubatura sotterranea confluivano per lo sversamento direttamente sul suolo per poi giungere attraverso una scarpata in un’area boscata a valle. In un altro magazzino attiguo erano inoltre presenti diversi animali vivi privi di registrazione e quindi illegittimamente detenuti, oltre a due cinghiali senza alcuna autorizzazione, specie questa classificata come “animali pericolosi”.
Anche in questo magazzino adibito a stalla vi era un sistema di canalizzazione che convogliava le deiezioni degli animali per sversarle direttamente tramite condotta all’interno dell’area boscata. Si è quindi proceduto, oltre al deferimento all’A.G. del proprietario, al sequestro cautelativo sanitario dei 36 animali vivi presenti non registrati, e al sequestro penale degli scarichi abusivi, delle carcasse e del locale adibito a macellazione. I due cinghiali vivi inoltre saranno sottoposti a controlli sierologici (che comprendono anche la ricerca del virus della peste suina africana segnalata nelle province di Alessandria e Genova) continuando a permanere in azienda, in attesa di provvedimenti dell’autorità sanitaria competente, finalizzati al loro abbattimento o affidamento a struttura autorizzata.