Leonardo D’Amato è il nuovo primario di Chirurgia

DAmato medico

DAmato medico

 

CASTROVILLARI – L’unità operativa di chirurgia generale del “Ferrari” ha un nuovo primario. E’ il dottore Vincenzo Leonardo D’Amato (nella foto) scelto dalla direzione dell’azienda sanitaria provincia di Cosenza a guidare il reparto che fino a poco tempo fa era diretto dal medico Raffaele Guarino. Un passaggio di testimone tra due medici professionalmente validi ed anche legati da una bella amicizia, che li ha visti protagonisti della vita del reparto negli ultimi quattro anni, realizzando una bella «simbiosi e reciproca osmosi delle conoscenze professionali di entrambi», confessa il nuovo primario. Ma la storia professionale di Leonardo D’Amato oltre che alle corsie dell’ospedale Spoke di Castrovillari è legata a doppio filo con l’attività di Emergency, l’associazione umanitaria fondata da Gino Strada, con la quale il medico castrovillarese ha svolto diverse missione all’estero, in contesti di guerra pericolosi e difficili, lavorando nel campo delle emergenze in particolare nel contesto dell’Afghanistan. Un lavoro in prima linea che ha sicuramente irrobustito la conoscenza professionale del chirurgo del Pollino, da tempo rientrato a vivere la quotidianità della corsia, senza dimenticare il suo spirito operativo da trincea. Dal suo arrivo alla direzione dell’unità operativa, nonostante con un medico in meno nell’organico – che si spera presto di poter rimpiazzare attingendo alla graduatoria del recente avviso pubblico – le liste di attesa per gli interventi chirurgici sono state praticamente azzerate. Da agosto ad oggi sono oltre duecentocinquanta gli interventi che hanno visto protagonista il reparto ed il suo staff di medici ed operatori sanitari. Oggi se una persona effettua una visita in ambulatorio dopo due o al massimo quattro giorni dalla prima visita viene operata. «Con il sacrificio di tutti gli operatori sanitari – aggiunge il neo primario D’Amato – si è stabilito un protocollo tale da offrire risposte pronte ed efficienti agli utenti del territorio». L’unità operativa, però, come tutto il resto delle unità dell’ospedale soffre dell’anzianità dei suoi operatori che nel giro di tre quattro anni andranno in pensione. Situazione per la quale l’azienda rischia di non avere giovani a cui, medici qualificati come D’Amato ed i suoi colleghi, potranno passare il testimone in termini di conoscenza ed efficienza.