La sorella di Iero: mio fratello non è quello che racconta il processo

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CASTROVILLARI – Ha voluto intervenire dopo la sentenza della Cassazione che ha chiuso la vicenda processuale del fratello Stefano per sottolineare che il profilo «portato alle cronache giudiziali» «non corrisponde all’effettiva indole e carattere della persona, che oggi subisce la gravosa ed eccessiva pena». Così la sorella di Stefano Iero ha deciso di scrivere alla stampa che ha riportato la sentenza della Cassazione, che ha confermato la pena a dieci anni di reclusione per tentato omicidio di un vicino di casa, a nome della sua famiglia «investita suo malgrado dalle drammatiche vicende processuali che hanno visto il coinvolgimento del proprio congiunto». «E’ ormai noto – scrive Bianca Iero – come il processo penale metta in evidenza una verità processuale che non sempre combacia con la verità dei fatti realmente accaduti: il 26 ottobre 2006 mancò agli Iero la lucidità istintiva e fredda di portarsi al Pronto Soccorso per la refertazione delle ferite traumatiche, sanguinanti e dolorose dovute al verificarsi della colluttazione, poiché gli stessi vennero sopraffatti da un evidente stato di shock emotivo per il non essere avezzi ad atti delinquenziali e violenti». Allo stesso tempo però la donna ha colto l’occasione per ringraziare «tutte le persone che in questi anni hanno dimostrato alla famiglia Iero solidarietà, vicinanza e comprensione. Persone sensibili ed empatiche che ancora oggi nutrono, la non trascurabile stima per Stefano e la certezza di considerarlo sempre e comunque nell’amore e nel rispetto che provano per lui, come un giovane educato, rispettoso, lavoratore emerito, affezionato figlio, marito, padre, zio, e fratello, il quale confida nella propria forza intellettuale e nella sua buona e pulita coscienza, di rispondere coraggiosamente e umilmente a questa struggente prova di vita».