La Pace elemento aggregante per la festa di San Giuliano

sangiuliano lopolito savino

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CASTROVILLARI – Si prepara alla ricorrenza del Santo Patrono, San Giuliano, la città di Castrovillari. Il 27 gennaio, come è consuetudine, il sindaco di Castrovillari offre simbolicamente – come segno di affidamento – le chiavi della città nel corso della funzione religiosa che si svolge nella Basilica Minore dedicata al Santo nel cuore del centro storico (nella foto la cerimonia dello scorso anno). Appuntamento che quest’anno «è quanto mai pregno di significato, non solo per la devozione che rinnova – scrive Domenico Lo Polito – ma anche per tutto ciò che lo lega alla Giornata della Memoria, per ricordare la Shoah: il cosiddetto sterminio degli “indesiderabili”, ed all’importante esigenza di pace che attraversa il mondo intero. Il sogno di Martin Luther King era che i bambini di colore potessero guardare in modo diverso loro stessi ed i propri simili per un diverso approccio tra etnie, bisognoso di questo “sguardo”. Un problema ancora attuale che può essere risolto solo se si osserva l’altro come bene». Con questo spirito il Sindaco dichiara di apprestarsi a vivere questa ricorrenza liturgica sottolineando che l’offerta delle chiavi «è il segno di voler affrontare i venti del relativismo, del nichilismo e dello scetticismo che mortificano identità e dignità degli uomini. Oggi è importante riaffermare queste urgenze con la coscienza che sono un valore infinito. Ecco perché c’è bisogno di persone con una forte motivazione ideale che non si vergognano di prendere iniziative nei diversi ambiti della vita». La città vuole rilanciare questo spirito «accompagnandolo con il desiderio di tramutare, sempre più, in atti concreti ciò che viene affermato a parole». L’esperienza, per esempio, dello S.P.R.A.R. per l’accoglienza di richiedenti/titolari di protezione internazionale e dei loro familiari, nonché degli stranieri e dei loro familiari beneficiari di protezione umanitaria «è una traccia che vogliamo perseguire: un cambio di passo; ma ancora molto c’è da fare».