La centrale del Mercure può ripartire. Sindacati: subito il protocollo di legalità

centrale enel Mercure

centrale enel Mercure

 

LAINO BORGO – La centrale del Mercure di Laino Borgo tornerà presto funzionante. Il tanto atteso decreto di riattivazione è arrivato nella notte tra giovedì e venerdì ad opera del governo regionale. Così la centrale Enel a biomasse ora potrà presto riattivare l’impianto e ripartire con la produzione di energia. Il decreto numero 13359 del 24 novembre 2015 pone fine alla lunga querelle sulla riattivazione del sito ubicato in pieno parco del Pollino, lungo la Valle del Mercure. Il dipartimento dello Sviluppo Economico della Regione Calabria attraverso il dirigente di settore ha concluso l’iter sostenuto dal Governo Renzi che proprio attraverso il Consiglio dei Ministri aveva deciso di intestarsi personalmente la vicenda a seguito dell’accordo tra il Ministero dello Sviluppo economico, Enel, la Regione Calabria e Basilicata, la maggior parte dei comuni della valle ed i sindacati, insieme al Parco Nazionale del Pollino. Il decreto che permette da domani di far ripartire le attività preparatorie alla riattivazione della centrale a biomasse di Laino Borgo è ufficiale e sarà pubblicato nei prossimi giorni sul Burc Calabria. Nella comunicazione di “Autorizzazione unica, rilasciata ai sensi dell’art.12 del D.Lgs.387/2003 per la riattivazione della sezione 2 della centrale termoelettrica del Mercure ricadente nel Comune di Laino Borgo” è fatta espressamente menzione che l’impianto «dovrà utilizzare esclusivamente biomassa vergine da deforestazione e non potrà assolutamente utilizzare biomassa classificabile come rifiuti». Questo per esplicitare in maniera chiara anche le preoccupazioni del mondo ambientalista che da anni contrasta con la riattivazione del sito di Laino Borgo. Notizia «positiva» per il Sindacato che attraverso Giuseppe Guido, segretario comprensoriale della Filctem, ha esplicitato la sua soddisfazione per la conclusione di una «battaglia sindacale» per il lavoro, la salute e l’occupazione iniziata proprio su sollecitazione delle parti sociali attraverso l’accordo firmato al Ministero dello Sviluppo Economico e che prevede oltre 14 milioni di euro di interventi come opere di compensazione sul territorio. «Chiediamo ora la riattivazione immediata della centrale per tornare a parlare di lavoro, per creare sviluppo sul territorio» – ha dichiarato Guido – ma soprattutto «immediato rispetto dei contenuti dell’accordo ministeriale» attraverso la costituzione dell’osservatorio ambientale, i soldi per i comuni da utilizzare per progettazioni ai fini sociali, mettere in piedi le occasioni di sviluppo per il territorio nel settore della forestazione, la stabilizzazione dei precari del parco, le opere a sostegno della viabilità. Ma più urgente ancora sarà la richiesta da formulare ad Enel per la «sottoscrizione del protocollo di legalità per respingere le voci di infiltrazioni criminose» nell’impianto con la cosiddetta mafia dei boschi più volte evocata dagli ambientalisti. «Vogliamo costruire una rete sana attorno alla centrale e tutti i meccanismi protettivi che ci consentano di essere ceti che le imprese siano apposto con la certificazione antimafia». Questo, insieme ad Enel, sarà il «segnale» da dare anche a coloro che ancora oggi storcono il muso di fronte a questo decreto che consente al Mercure di ritornare a funzionare.