C’è un albero particolare nel cuore del borgo di Civita: è quello che lancia un messaggio forte di riutilizzo dei rifiuti, che diventano nuova vita, anzi decorazioni natalizie. Cosi nasce “Un natale diverso: insieme siamo una risorsa” l’iniziativa promossa dalle animatrici “Laudato si” a Civita, Daniela e Maria Antonietta Manna, sostenuta dal sindaco, Alessandro Tocci, le quali hanno coinvolto famiglie e commercianti, bambini e adulti, nella realizzazione di oltre 300 decorazioni, che oggi campeggiano sull’albero di Natale, derivate dalla trasformazione di materiale di scarto: lattine, tappi, bottiglie di plastica, vasetti di yoghurt, contenitori usa e getta, spugne, trasformati in modo creativo.
Cosi si è riusciti anche a salvare un arbusto che «avrebbe dovuto essere abbattuto già da qualche mese» e che oggi invece, spiegano le due animatrici, diventa l’albero della comunità civitese: «una risorsa che diventa bellezza».
Così tutti, famiglie, scuole, parrocchia, associazioni culturali e di volontariato, centri di accoglienza, esercizi commerciali, strutture ricettive sono riusciti a fare qualcosa insieme.
Una esperienza di «bellezza» commentano Daniela e Maria Antonietta Manna «nel vedere menti che si attivavano, mani che operavano, occhi che guardavano e si guardavano. Bellezza nell’addobbare toccare con mano una rete di contatti e relazioni che hanno ripreso vita in attesa del Natale festa della famiglia per eccellenza. Bellezza nel vedere che insieme si può fare tanto, che insieme si è una famiglia, e la famiglia è la culla dell’armonia, del calore e della festa. E’ essa il luogo in cui si trovano occhi, cuori e braccia aperte: due genitori amorevoli che, da maestri, accompagnano il nostro cammino. E’ lì, in famiglia, che si cresce, si viene educati, si creano rapporti fra le altre persone e si impara a “vivere” e condividere storie, emozioni e desideri».
L’albero insegna dimostra anche «quanto spreco si riesca a produrre, quanto poca cura si abbia per la nostra casa comune, quanto il tran tran quotidiano ci renda protagonisti di un consumismo sfrenato dal quale consegue superficialità, insensibilità e, talvolta, indifferenza verso i soggetti più vulnerabili.
E’ un albero che ci insegna che, in realtà, non abbiamo necessità di nulla di nuovo, se non ritrovare e far riemergere i buoni propositi, i buoni sentimenti e i nostri valori autentici»