CASTROVILLARI – Ci sono ancora tanti dubbi e nodi da sciogliere nella vertenza di Italcementi discussa ieri al tavolo del Ministero per lo Sviluppo Economico a Roma. La proprietà italiana ed i sindacati, tra i quali sedevano anche Antonio di Franco (Fillea Cgil) e le Rsu aziendali in rappresentanza dell’opificio di Castrovillari, hanno discusso del futuro dei lavoratori alla luce della fusione con il gruppo tedesco che ha assorbito il colosso italiano del cemento già da qualche mese. Quello che i sindacati più volte avevano denunciato pubblicamente potrebbe essere una triste realtà che condannerebbe a tempi stretti i lavoratori e le organizzazione sindacali nella risoluzione della vertenza. Le nuove regole del jobs act voluto dal governo Renzi per attrarre nuovi investimenti sul territorio italiano potrebbero, paradosso del mercato del lavoro, essere quelle che condannerebbero i lavoratori ad un difficile futuro. Infatti nei decreti attuativi pubblicati di recente non sarebbe possibile prorogare la cassa integrazione (della quale già godono gli operai castrovillaresi fino al 2016) al 2017. Questione non di poco conto se si pensa che la proprietà tedesca, dopo l’ok dell’antitrust, potrà presentare il suo piano industriale non prima del luglio prossimo. Preoccupate le maestranze, le quali non si sentono garantite per il loro futuro, ed i sindacati che ora il prossimo 14 ottobre torneranno al tavolo del ministero per capire se i decreti attuativi tarpino le ali alle speranze di solidarietà sociale che i lavoratori si aspettano. Ma ora è dalla politica che organizzazioni sindacali ed operai si attendono un segnale. Fino ad ora la politica, soprattutto quella regionale, è rimasta in silenzio rispetto ad una vertenza che tra operai e indotto coinvolge centinaia di famiglie in una terra già povera dal punto di vista occupazionale. Di recente l’ex assessore regionale, Guccione, aveva incontrato le maestranze del Pollino assicurando una vicinanza regionale all’opificio di Castrovillari. Poi le vicende giudiziarie regionali fecero cambiare l’assetto della giunta regionale. E da allora il silenzio è ritornato a regnare sovrano. Ma tutti vogliono ora capire cosa ne pensa la regione della sorte e dello sviluppo della cementeria di castrovillari. La tensione che si respira sul territorio è altissima. Chissà se arriveranno le risposte che gli operai si attendono.