ACRI – Avrebbero preferito restare in silenzio, ma alla luce delle ultime prese di posizione del Castrovillari Calcio anche la società sportiva di Acri ha deciso di dire la sua sugli scontri che hanno caratterizzato la gara del campionato di eccellenza tra la squadra locale ed i lupi del Pollino invitando a riflettere «serenamente su ciò che è accaduto, prendendo coscienza degli episodi in modo razionale». Alla luce di quanto pubblicato su vari social network, su diversi siti internet e sulla carta stampata, la società sportiva di Acri ha deciso di «partecipare» a questo «valzer della solidarietà, condito da vari comunicati e soprattutto da attacchi preventivi» per «ricostruire al meglio i fatti, evitando eccessive strumentalizzazioni di parte». La gara era una di quelle a rischio per la «nota rivalità tra le tifoserie» e come società sportiva l’Acri aveva «per tempo segnalato la partita agli organi competenti, nelle sedi e nelle forme opportune» fornendo «adeguato supporto alle forze dell’ordine. Non spetta a noi giudicare il servizio d’ordine predisposto, ma non possiamo certamente esimerci, senza che ciò possa giustificare alcunché, dal ricostruire oggettivamente il corso degli eventi verificatisi». Secondo la società acrese all’arrivo nei pressi dello stadio i tifosi rossoneri hanno fatto esplodere petardi all’esterno, e durante l’intervallo tra primo e secondo tempo, un tifoso del Castrovillari «invadeva il rettangolo di gioco dirigendosi verso la tribuna occupata dai tifosi locali, invitando con vistosi gesti, i tifosi acresi a scendere sul terreno di gioco». Inoltre durane la gara nel settore riservato agli ospiti «venivano esposti striscioni provocatori nei confronti della tifoseria avversaria» ed incuranti delle indicazioni dello speaker che a fine gara invitava gli ospiti a dirigersi verso l’uscita la tifoseria rossonera continuava con cori provocatori ritardando il loro deflusso «iniziando una prima colluttazione anche con le forze dell’ordine presenti». In quei frangenti alcuni tifosi della squadra ospite hanno scavalcato un cancello accedendo sul terreno di gioco ed iniziando un lancio «reciproco di oggetti» che terminava grazie «anche all’intervento dei dirigenti locali e di alcuni componenti dello staff tecnico dell’Acri». Seguivano ancora «tafferugli con le forze dell’ordine» ad opera dei tifosi rossoneri che una volta usciti dallo stadio «si fermavano sul piazzale antistante, senza salire sui pullman, dando vita ad atti di vandalismo, danneggiando pesantemente i bagni comunali riservati ai tifosi ospiti, ed i tornelli». A distanza di un’ora dal termine della gara dopo vari danneggiamenti ad autovetture in sosta, quando anche i tifosi acresi lasciavano lo stadio le due tifoserie venivano in contatto attraverso le frange più estreme dei supporters. Ciascuno, secondo la dirigenza della società acrese, deve «farsi un esame di coscienza e prendersi le dovute responsabilità» esprimendo al contempo la «solidarietà» agli oltre 1000 spettatori, tra i quali molti bambini e donne, «che hanno riempito gli spalti per assistere ad una partita di calcio», «alle forze dell’ordine che hanno lavorato per garantire lo svolgimento della gara» ed «alle persone che hanno subito, ingiustamente, dei danni alle proprie autovetture». Ma una ultima considerazione la società la offre nei confronti del mister rossonero, Franco Viola, e la sua intervista rilasciata ai microfoni della Syndication “Stadioradio”. «Le assicuriamo la massima stima e considerazione come allenatore, ma al contempo la invitiamo a rimanere tale e limitare le sue esternazioni a commenti di natura prettamente tecnica, che poi è il suo lavoro. La invitiamo inoltre a volerci delucidare su cosa avremmo fatto noi negli anni passati di cosi “vergognoso”, come da Lei affermato, cosa ci sarebbe da denunciare, a quali “eventi” fa riferimento, a quale atteggiamento “omertoso” si riferisce? Questa precisazione si rende necessaria, perché attraverso la sua denuncia ci darebbe la possibilità di difenderci nelle sedi opportune e/o eventualmente proporre anche qualche querela. Restiamo dunque in attesa di sue formali scuse o come detto di eventuali delucidazioni».