In Ucraina con l’autobus della Juventus per soccorrere i rifiugiati di guerra: la storia di Mattia Propato

Ucraina mattia propato

Ucraina mattia propato

 

Due autobus zeppi di bambini insieme ad alcune mamme. Prelevati in Ucraina per rispondere ad una richiesta della Federcalcio ucraina al fine di evecaure dalle zone colpite dai bombardamenti giovani delle scuole calcio. Un appello alla quale la Juventus ha risposto inviando nel contesto di guerra due autobus serigrafati con gli stemmi societari per regalare pace e serenità ai bambini coinvolti, loro malgrado, dal conflitto che infiamma da due settimane il cuore dell’Europa.

Su uno di quei mezzi, partiti per ridare il sorriso a bambini innocenti, c’era Mattia Propato, nato a Saracena cresciuto nelle fila degli scout del paese del Pollino, che di lavoro fa l’autista di autobus e che ha subito risposto alla chiamata in servizio, volendo contribuire nel suo piccolo a dare una mano ai profughi di questo conflitto.

Circa 80 profughi, per lo più bambini ucraini dai 6 ai 145 anni insieme ad alcune mamme, hanno trovato posto sugli autobus del club calcistico italiano che, passando per l’Ungheria, sono con un viaggio di oltre 2500 chilometri tra andata e ritorno, hanno trovato accoglienza a La Morra in provincia di Cuneo, grazie alla carovana guidata dall’amministratore delegato Maurizio Arrivabene che da Continassa è arrivata fino a Zahony (città ungherese a poca distanza dal confine).

Ad accogliere i bambini ucraini il sorriso e il grande cuore dell’autista saracenaro che ha condiviso con questi piccoli il viaggio e le speranze di questi giovanissimi che ora sperano di ricominciare una nuova vita nel nostro Paese, dimenticando si spera presto, gli orrori della guerra che sono stati costretti a vedere.