In carcere con…le mani in pasta. Corso di pizza per detenuti

la pizza nel carcere di castrovillari
la pizza nel carcere di castrovillari
 
CASTROVILLARI – Anche il carcere può essere una seconda opportunità, diventando una palestra di valori. E lo sanno bene alla Casa Circondariale di Castrovillari che ormai da un po’ di tempo apre, non di rado, i suoi cancelli al mondo esterno perseguendo un complesso quanto gratificante percorso rieducativo.Il Polo Tecnico Professionale “Tra Sybaris e Laos” ha saputo intercettare questa capacità proponendo alla struttura penitenziaria un corso sulla preparazione della pizza ed un altro sulla lavorazione della ceramica. I corsi sono rientrati nel paniere formativo che il Polo porterà avanti sino a tutto il 2016, coinvolgendo scuole e partner esterni. Per quanto riguardo quello sulla ceramica, i prodotti realizzati dai detenuti saranno disponibili presso il Parco Archeologico di Francavilla.
 
“Le mani in pasta”, il corso di base sulla preparazione della pizza, il primo svolto nel carcere di Castrovillari, ha coinvolto una decina di giovani detenuti che seguendo gli esperti consigli del maestro Francesco Ricca, coadiuvato dalla docente di cucina, Rosetta Maiorana, si sono cimentati con la preparazione della pasta, il condimento e la cottura di una pizza. In virtù dei soddisfacenti risultati raggiunti gli speciali pizzaioli sono stati coinvolti in vera gara, un MasterChef della pizza che si è tenuto, ovviamente, in una sala della Casa Circondariale alla presenza della direttrice del carcere, Maria Luisa Mendicino; della responsabile Area Trattamentale, Maria Pia Barbaro; del presidente dell’Associazione Pizzerie Italiane, Francesco Matellicani; del presidente del Polo “Tra Sybaris e Laos”, Maria Franca D’Amico (dirigente scolastico dell’Alberghiero di Castrovillari che ha una sua sezione nella scuola carceraria); del direttore del Polo “Tra Sybaris e Laos” Paolo Gallo; dell’assessore al Turismo del Comune di Francavilla, Luigi Cassano; delle volontarie esterne assegnate all’Area Trattamentale, Carmela Rosato, Filomena Ioele e Carmen Bevacqua e di altri docenti della scuola carceraria, delle guardie e di pochi altri invitati, vista la particolarità dell’appuntamento.
 
Ogni pizza preparata dai giovani detenuti aveva il profumo della passione e della voglia di riscatto. Ma soprattutto di quella consapevolezza di saper fare qualcosa, di saper raggiungere un risultato sano, pulito, con impegno e dedizione. La gara, è stata avvincente, con una vera giuria che ogni qual volta una pizza veniva sfornata era pronta ad assaggiare e giudicare. Ogni detenuto ha inventato la pizza che poi ha realizzato: da quelle patriottiche: Sapori del Sud, Tricolore, Pugliese, Vulcano (per richiamare il Vesuvio, con salsiccia piccante ovviamente) alle “evergreen” Rustica, Del Contadino. Sino ad alcune più particolari, come la Zodiaco, la Panzetta, la 4 bis e la Dessert conclusiva con fragole e nutella. Al termine della gara sono state scelte le tre pizze migliori, ma giusto per dare un senso alla competizione, dove ogni detenuto ha ingaggiato, più che altro, una sfida con sé stesso, per dimostrare, anzi dimostrarsi, di poter realizzare qualcosa, che tra quelle quattro mura di prigionia, assume un significato considerevole. Per la cronaca le pizze Pugliese, Vulcano e Dessert sono salite sul podio. Così come sul podio sono saliti tutti i ragazzi detenuti che hanno partecipato, con la consapevolezza che al di là di quei cancelli c’è un mondo dove ancora potranno essere protagonisti in positivo.