RWANDA – Giovane, sorridente, fortemente legata alla sua terra – il Pollino – dove vive e lavora, ma con una grande carica di impegno per il prossimo. Così forte e speciale da spingerla, per la ennesima volta, a volare nel cuore del continente nero – in Rwanda – lì dove la guerra tra Hutu e Tutsi ha prodotto uno dei più drammatici genocidi del XX secolo per aiutare comunità di famiglie a riscoprire il senso del vivere e diventare segno di carità per chi ha bisogno. Angela Armentano, guida del Parco Nazionale del Pollino, si trova in Rwanda da qualche settimana con la missione di volontari sostenuta da “Italia Solidale – Mondo Solidale Onlus“, una associazione privata di laici fondata da padre Angelo Benolli. Un lavoro faticoso ma entusiasmante nei villaggi che hanno visto la guerra, la morte e la distruzione del passato e che oggi chiede aiuto per ricominciare, con una via nuova, la vita nelle comunità, le relazioni tra le famiglie. Uno spendersi importante per famiglie e gruppi di esse che vivono insieme in piccole comunità e che hanno bisogno di capire come amarsi, come realizzare un lavoro creativo, per sostenersi ed essere di aiuto per famiglie che non ce la fanno a vivere da soli. Ogni famiglia ruandese viene poi messa in contatto con una famiglia italiana al fine di creare uno “scambio” che porti ad uscire dall’isolamento e dal materialismo il mondo occidentale e nel contempo salvi dalla morte per fame il sud del Mondo. “Salva un bambino, l’amore ti salverà” è una vera e propria cultura di vita che rispetta profondamente la persona e che da queste parti è regola quotidiana. «Grazie alla missione – racconta Angela dal suo villaggio in Rwanda – personalmente sto vivendo una esperienza di vita unica: un invito continuo a ritrovare tutta la gioia, la forza che ho dentro, per natura, perchè così siamo stati creati, nel rispetto delle proprie energie, per vivere la vita fuori da ogni compromesso, amare e aiutare gli altri a vivere la stessa esperienza». Lei è una volontaria esterna al progetto che resterà circa un mese nel cuore dell’Africa. Poi farà ritorno alla sua vita con quel “mal d’Africa” che è una nostalgia positiva che per la terza volta l’ha già riportata su questi luoghi. Un anno anche in Kenya per lo stesso progetto, poi due anni di stop ed ora di nuovo sul campo, in prima linea. Ogni giorno si incontrano le famiglie di una comunità, ci si confronta sulle esperienze, si leggono libri, si tirano fuori i condizionamenti personali e ci si aiuta a risolverli. Ci condivide il lavoro intrapreso con i contributi dell’adozione e si capisce che risultati ha prodotto. Inoltre ogni famiglia ruandese è invitata a mettersi in contatto con un’altra famiglia della nazione che vuole salvare un bambino, in maniera da diventare nello stesso territorio segno di giustizia missionaria e carità fraterna. Una goccia d’amore in un oceano segnato da tanta violenza che inizia a dare i propri frutti e colorare di speranza una terra tanto lontana. E tra tutti questi sorrisi che oggi popolano ed amano il popolo rwandese che anche quello di una volontaria del Pollino, Angela. Testimonianza di un impegno che parte dal Sud per aiutare un altro Sud.