CASTROVILLARI – Quando si recarono in tribunale, nel 1976, per definire dinnanzi ai giudici una complessa vicenda in materia di diritto di proprietà e superficie, non pensavano che i tempi lenti della giustizia li avrebbero investiti così a fondo. E’ la storia di alcuni ricorrenti di Castrovillari che, con recente pronuncia presso la Corte d’Appello di Salerno, si sono visti riconoscere la domanda di equa riparazione per irragionevole durata del giudizio secondo la ex legge n. 89/2001, più nota come “Legge Pinto”. I riccorenti hanno inoltrato la richiesta nei confonti del Ministero della Giustizia affidandola ai legali dello Studio Cosentino di Castrovillari, ricevendo accoglimento lo scorso 15 luglio che ha sancito e riconosiuto il loro “sacrosanto” diritto ad un equo indennizzo, complessivamente quantificato in oltre €. 80.000,00, per l’irragionevole ritardo nella definizione della complessa vicenda giudiziaria iniziata nel 1976 presso il Tribunale di Castrovillari. La questione proseguì innanzi alla Corte Costituzionale nel 1988 per una pronuncia di legittimità costituzionale. Poi venne discussa presso la Corte d’Appello di Catanzaro in secondo grado, alla quale ritornò nel 2003, dopo un giudizio di rinvio ad opera della Corte di Cassazione; per poi essere decisa nel 2014 dalla stessa Corte d’Appello di Catanzaro e diventare giudicata nel 2015, 39 anni dopo. Un tempo veramente allucinante per una vicenda giudiziaria e per il quale i ricorrenti attraverso i loro legali hanno chiesto di essere risarciti per le lungaggini della giustizia italiana. Il giudizio è stato ritenuto dalla Corte d’Appello di Salerno «indice di una certa complessità» ed il ritardo – si legge in sentenza – è risultato «imputabile all’Amministrazione giudiziaria, non emergendo in atti comportamenti ascrivibili alle parti». Sarà un pò tardi, ma ora i ricorrenti potranno escalare finalmente giustizia è fatta.