FRASCINETO – Hanno deciso di dire «basta» ad un sistema che non gli permette di proporre direttamente le loro istanze e rischia di affosare le loro imprese. Sono i gestori delle aree di servizio della Salerno – Reggio Calabria che ieri si sono costituiti in associazione. Agasarc, Associazione Gestori Autostradali Salerno Reggio Calabria, nasce per «promuovere ogni iniziativa utile a favorire migliori condizioni economiche e tutelare gli interessi dei Gestori delle aree di servizio autostradali della A3 Salerno-Reggio Calabria». Così scrive la componente che ieri ha radunato a Frascineto la maggioranza dei gestori dell’autostrada colpita, oltre che dalla crisi economica e dall’inefficienza delle istituzioni, anche dai recenti fatti riguardanti la chiusura della viabilità a causa del crollo di una campata del Viadotto Italia. «La crisi economica, i lavori, il crollo del Viadotto Italia e l’atto di indirizzo del 29 gennaio 2015 del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e Sviluppo Economico, hanno messo in ginocchio il comparto dei gestori delle aree di servizio autostradali della Salerno-Reggio Calabria» scrivono. «Adesso basta – affermano i gestori – vogliamo proporre direttamente le nostre istanze e salvare le nostre imprese, le famiglie dei nostri lavoratori, l’indotto economico che sosteniamo nei Comuni calabresi, lucani e campani in cui operiamo». «I provvedimenti che il Governo ha varato ed è pronto ad approvare sono in linea con il volere delle multinazionali petrolifere e di ANAS S.p.a., ma certamente non sono state valutate le nostre posizioni e, soprattutto, non si sta pensando al nostro futuro. Inoltre – proseguono i gestori – i provvedimenti nazionali che già deprimono le attese di cambiamento delle drammatiche condizioni in cui versa il settore in Calabria, Basilicata e Campania, vengono frustrate dall’odissea dei lavori e dagli incidenti di percorso, come la morte del giovane operaio sul Viadotto Italia». L’obiettivo è uscire dalla crisi cercando un confronto con le istituzioni, con le petrolifere ed Anas, di concerto con le sigle sindacali maggiormente rappresentative, portando i problemi della quotidianità delle aree di servizio della Salerno – Reggio Calabria, proponendo soluzioni fattibili e facendo valere diritti sacrosanti che non possono continuare ad essere violati, riducendo i gestori a “schiavi” delle multinazionali petrolifere e i servizi per gli automobilisti ridotti a zero, tra aree “self-service” e “vending machine”, dando il via libera alle “ghost station”. I gestori lamentano un periodo di grandi «sacrifici» che nonostante il momento di gravissima crisi «continuano ad erogare costantemente gli stipendi agli operai delle aree di servizio da Salerno a Villa San Giovanni, devono essere portati a conoscenza dei cittadini e le difficoltà devono essere percepita dalle istituzioni». Per questo non ci stanno ad essere «considerati la barzelletta d’Italia per inefficienze e negligenze che non sono addebitabili ai gestori – scrivono – ma che vedono nel nostro comparto l’unico contatto con gli automobilisti arrabbiati e insoddisfatti dallo stato di manutenzione, dai lavori continui e dalle deviazioni incomprensibili che Anas impone in diversi tratti». E promettono di scendere in piazza al fianco dei lavoratori il prossimo 1 maggio a Laino Castello, il primo passo di una serie di iniziative.