SARACENA – E’ partito a Saracena,nella gestione autonoma del ciclo integrato dei rifiuti, il progetto della lombricoltura. In questo modo secondo gli amministratori del paese anche la frazione umida verrà trattenuta e valorizzata. In discarica andrà solo il 30% dei rifiuti, il secco in differenziabile. Il costo dell’impianto è stato di 50mila euro dei quali 40mila ammortizzati con il mancato conferimento in discarica degli ultimi 3 anni e il resto dalla sponsorizzazione di Enel Green Power.
Con quest’ultimo importante risultato – dichiara il Sindaco Mario Albino Gagliardi – “si chiude il ciclo integrato dei rifiuti e giunge a compimento una delle priorità portate avanti con determinazione in questi anni in tema di gestione efficace ed efficiente del rifiuto inteso come risorsa e ricchezza”. Con la messa a regime della lombricoltura – prosegue Gagliardi Saracena “esce definitivamente dal fallimentare sistema regionale e diventa a tutti gli effetti autonoma: i rifiuti prodotti nel nostro territorio – conclude Gagliardi – diventano ricchezza a beneficio della comunità”. L’umido, raccolto tre volte a settimana, viene trasferito presso l’impianto di lombricoltura che, dopo una prima fase sperimentale attivata dal mese di ottobre 2015, è entrato in pieno regime a decorrere dal primo maggio scorso.
Il sistema della lombricoltura funziona con 6 lettiere. Cinque servono a regolamentare il trattamento della frazione organica; una è da utilizzare in caso di emergenza.
I sacchi vengono prelevati presso le utenze domestiche e commerciali, il materiale in essi contenuto una volta depositato viene selezionato mediante strumenti manuali. I rifiuti di natura organica vengono disposti a strati sulle lettiere. Dall’essiccamento al graduale riempimento fino a diventare compost. È, questo, il processo che mediamente dura dai 4 ai 5 mesi. Il compost verrà quindi insaccato e distribuito agli agricoltori, che lo riceveranno gratis per due volte fino al mese di luglio. Un processo che porta secondo gli amministraotri di saracena al risparmio di 32 mila e 600 euro all’anno, ottenuto dalla mancata consegna dell’umido; se si calcola che vengono pagate due borse lavoro per categorie svantaggiate per un totale di 15 mila euro, il guadagno netto è di 17 mila e 600 euro annui.