CASTROVILLARI – Ci sarà anche la Flai Cgil in piazza sabato 20 febbraio per dire no alla riapertura della discarica di Campolescia. La federazione territoriale di Castrovillari che difende i diritti dei lavoratrici e dei lavoratori dell’agro industria, attraverso il segretario comprensoriale, Silvano Lanciano, aderirà alla giornata di mobilitazione prommossa dal Comitato “Cammarata contro la riapertura della discarica di Campolescio” «rivendicando da parte delle amministrazioni locali e territoriali l’obbligo ed il dovere di mettere in campo e promuovere idonee politiche pubbliche a difesa de delle produzioni primarie, dello spazio rurale e del paesaggio». In una nota stampa la Flai Cgil ha detto a chiare lettere di «rifiutare la logica dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Lo Polito della riapertura della discarica pubblica di Campolescio, con la scusa della messa in sicurezza prevedendo artificiosamente un nuovo abbancamento di rifiuti con tutte le conseguenze d’incompatibilità ambientale con l’area agricola circostante». La discarica chiusa da oltre dieci anni «non rende appetibile un’eventuale bando di gara per la gestione dopo la chiusura per una qualsivoglia azienda del settore. Pertanto l’assenza di compatibilità economica, in rapporto alla illegittima riapertura della discarica, impone un’attenta valutazione circa i rischi d’infiltrazione mafiosa in questa tipologia di appalti e senza nessuna garanzia di efficacia ed efficienza delle buone pratiche di gestione della discarica chiusa». Non ci sono dubbi per Silvano Lanciano ed il sindacato da lui rappresentato: «la discarica di Campolescio, andrà messa in sicurezza e chiusa definitivamente senza alcuna possibilità di abbancamento ulteriore di rifiuti tal quale, ma anche con tutte le garanzie di sicurezza ambientale e applicazione di buone pratiche di gestione della discarica definitivamente chiusa». Quello che l’Amministrazione di Castrovillari vuole portare avanti «non ha senso» aggiunge, dimostrando come «il Sindaco Lo Polito e la sua giunta siano assolutamente sconnessi con il territorio e con il mondo agricolo, che invece esprime le migliori eccellenze del Mezzogiorno d’Italia, in termini di qualità e salubrità dei prodotti e anche di certificazione etica del lavoro dignitoso, nello stesso Distretto Agricolo». Gli investimenti sui progetti per una riconversione varietale delle pesche e delle nettarine, in una prospettiva di valorizzazione delle produzioni primarie, e la riapertura della discarica pubblica di Campolescio confliggono «come qualsiasi altra attività incompatibile con la tutela e valorizzazione ambientale dello spazio rurale e del paesaggio» che metterebbe «a rischio il tessuto economico e produttivo delle nostre produzioni di qualità». La discarica di Campolescio, dunque, «deve rimanere chiusa, l’area interessata bonificata e messa in sicurezza con la dotazione finanziaria disponibile».