CASTROVILLARI – Quando qualcuno dedica una vita a uno sport importante come il ciclismo e questo qualcuno si chiama Enzo Stasi e viveva a Castrovillari, poi capita che dopo anni e anni, il Giro di Italia, per di più nel suo centesimo anniversario, passa proprio da Castrovillari e la persona in questione, ci lascia il giorno dopo questo grande evento, immediatamente una popolazione intera commenta: “E’ passato a prenderselo il Giro di Italia”. Gli amici stretti, però, quelli che di lui conoscevano altro e i familiari, a cui lui aveva aperto ogni angolo del suo cuore, fanno un’altra associazione di date e dicono: “Era devotissimo di San Pio e della Madonna di Fatima ed è morto proprio nel mese della Madonna per di più il tredici maggio, giorno dell’apparizione a Fatima, nonché mese dell’ onomastico e compleanno di Padre Pio”. Ecco, allora, che l’evento agonistico, cede il posto alla consolazione cattolica, per cui diciamo: ” è salito in cielo, perché nel centenario delle apparizioni di Fatima, la Vergine, gli ha teso la mano”. Sì, zio Enzo. E quando si ricorda un parente, specialmente se ha dato lustro alla città in sui si vive, le mani sulla tastiera faticano a concepire ricordi freddi e oggettivi, ma se Enzo Stasi diventa zio Enzo, funziona di più e viene meno difficile stampare i caratteri sul foglio Word. Riassumere in uno spazio ristretto, una vita poliedrica come la sua, non è semplice, ma è doveroso ricordare chi fosse, anche perché Castrovillari gli deve parecchio. Zio Enzo era sicuramente associato allo sport del ciclismo: enciclopedia vivente del ciclismo nazionale e locale, portabandiera per eccellenza della società ciclistica castrovillarese, ha fatto di questo sport il suo stile di vita. Ma zio Enzo era anche un professore e, grazie al suo carattere estremamente solare e disponibile, gli alunni gli volevano bene davvero. Laureato in Economia e Commercio, per tanti anni ha fatto l’insegnante di Geografia economica e generale all’Istituto Tecnico e Commerciale – ora anche per Geometri ndr- Pitagora, quella che, negli anni ottanta e novanta, era solo la cosiddetta Ragioneria. Lì, sedeva in cattedra, ma veniva chiamato anche come giudice di gara per le manifestazioni che coinvolgevano la sua scuola. Nel 1981 il Circolo Cittadino, nella persona di Enzo Piragine, gli consegnò una targa su sui è scritto: ” A Enzo Stasi, campione senza età”. Vincitore di diversi campionati regionali in Basilicata e in Calabria, fu anche campione regionale della Basilicata nel 1984. Le coppe e i premi conquistati, ora custoditi dai suoi familiari, non si contano. Era il 1958 quando prese a Lagonegro, il brevetto atletico di terzo grado, riconoscimento a cui lui teneva moltissimo. Negli anni ottanta vinse un Torneo del Pollino e il 25 e 26 maggio 1997, anno in cui l’ottantesimo giro di Italia, passò da Castrovillari, gli fu consegnata una targa da parte dell’amministrazione comunale del tempo. Nel 2004, anche l’allora assessore Anna De Gaio, lo insignì in un riconoscimento. Quando si svolgevano manifestazioni sportive di un certo calibro, veniva invitato sempre e la sua partecipazione, era sottolineata dai giornalisti di allora (vedi Premio della Montagna svoltosi negli anni novanta, in cui fu menzionata la sua partecipazione, sottolineando che andava lì in qualità di campione regionale della rispettiva categoria). Lo sport, in generale, gli interessava tutto; amante anche del Calcio, fu anche dirigente del Castrovillari Calcio negli anni settanta- ottanta e a lui, il compianto Claudio Rende, diede un premio, istituito in memoria del fratello Mimmo, a cui è dedicato lo stadio castrovillarese. Tifava Milan ed, (ahimé ndr -), era antijuventino sfegatato; nel contempo, apprezzava Diego Armando Maradona. Per un certo periodo di tempo, si interessò anche dell’atletica leggera. E se si prova ad alzare lo sguardo, al di là dello sport, magari fin dove volano le farfalle, si riscopre uno zio Enzo, appassionato proprio di questi insetti; le conosceva, le studiava, le amava; anche se più di questi animali, era preso dall’hobby dei funghi, che conosceva a menadito, tanto da trascorrere ore tra i boschi per raccoglierli. Coltivava piante grasse e scriveva, finanche, i nomi su targhette che poi apponeva vicino le piante. Insomma, un uomo dai mille interessi, nei riguardi del quale, forse la vita, si è accanita in maniera cinica, ma che, nonostante le pene patite, ha lasciato nel cuore di chi lo ha conosciuto e amato, un ricordo indelebile. Unico.