Prima l’urlo, poi la telefonata interrotta d’improvviso. Questo avrebbe sentito chi parlava al telefono con Hanene Hendhli la moglie di Maurizio Scorza, entrambi ritrovati senza vita nella Mercedes rinvenuta in contrada Gammellone. Non una telefonata di aiuto, quindi, come ipotizzato in una prima fase delle indagini ma un colloquio già in corso con una parente del marito quella che vedeva impegnata la trentotenne tunisa che viaggiava con il compagno in quel tragico pomeriggio finito con il loro duplice omicidio.
Segno inequivocabile del fatto che i due siano stati sorpresi dal presunto commando venuto per colpire a morte il 57enne cassanese, vero obiettivo dei sicari. Dalle prime ricostruzioni, seguite alle audizioni di diverse persone vicine alle due vittime dell’atroce delitto consumato nella campagna castrovillarese, al confine con il territorio di Cassano, sarebbe questa la dinamica dell’agguato. Lei che conversa con una parente dello Scorza salvo poi essere sorpresa dalla scarica di fuoco che presumibilmente ha prima colpito a morte il marito seduto al suo fianco a bordo della Mercedes che è diventata la loro tomba. Un attimo. I primi colpi di arma da fuoco e quell’urlo disperato che annuncia, all’altro capo del telefono, che qualcosa di drammatico sta succedendo. Poi il silenzio. La telefonata interrotta. La strage è compiuta.
Il sicario o presumibilmente più di uno, prelevano il corpo di Maurizio Scorza dal posto di guida, lo caricano nel bagagliaio con accanto un capretto senza vita (diranno le indagini se è simbolo criminale per sottolineare che la spedizione mortale ha un mandante preciso nella ndrangheta che governa il territorio) e di fretta spostano l’auto verso il luogo dove sarà ritrovata. Poi fuggono via. Quando sul posto arriveranno i Carabinieri di Castrovillari non troveranno alcun bossolo a terra di quelli che trafiggono il corpo della coppia. Il primo elemento inequivocabile che quell’ammazzamento è stato compiuto in un luogo sicuro, lontano dal ritrovamento dell’auto con il suo carico di morte.
Una matassa ingarbugliata che oggi, l’esame autoptico e balistico disposti dal pm titolare delle indagini Angela Continisio attraverso i consulenti della Procura di Castrovillari, proveranno a sbrogliare per fare luce su questo nuovo omicidio comandato dalla criminalità organizzata. Ancora una volta la ndrangheta ha voluto ribadire, con la forza delle armi, le regole di un sistema che non ammette errori di comportamento o presunzioni di scalata dei gradini del potere.