Distrutto l’antico sentiero dei Capuccini. Russo: si cancella la storia della comunità

sentiero cappuccini

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SARACENA – Un tempo era lo storico sentiero che parte dal Convento dei Cappuccini e raggiunge contrada Santa Caterina e Contrada Dirma. Oggi «è stato completamente distrutto». L’antica strada che per anni «ha rappresentato l’ingresso principale se non unico al nostro paese, la strada di ingresso che collegava Porta S. Pietro e Porta Nova con le nostre campagne ma anche con il territorio circostante, una strada originariamente fatta da gradoni in pietra e ciottoli che si era comunque conservata nonostante fosse stata per anni trascurata, oggi è stata completamente distrutta e con lei è stata distrutta parte della nostra storia, dell’identità della nostra comunità». La denuncia arriva da Renzo Russo, segretario del Partito Democratico e candidato sindaco per le amministrative di Saracena. Il dito è puntato contro l’attuale amministrazione guidata da Mario Albino Gagliardi al quale il segretario democratico ascrive «la più grande responsabilità che rimarrà scritta anch’essa nella storia della nostra comunità». La zona da poco tempo è interessata dai lavori di risanamento igienico-sanitario del versante Sud-Ovest del nostro centro storico. Lavori «urgenti per allacciare, finalmente, la condotta fognaria di una parte del paese al depuratore» a seguito del maxi sequestro di una parte della rete fognaria del centro storico e del conseguente «deferimento(del sindaco ed altre due persone, ndr) per la violazione della normativa ambientale per mano del Nipaf del Corpo Forestale di Cosenza» avvenuto nell’anno 2016. Lavori «non previsti» e «messi in cantiere con estrema urgenza» – aggiunge Russo – che portano alla luce la verità dell’antico detto di «saggezza popolare che dice, però, che la gatta frettolosa ha fatto i figli ciechi». I lavori hanno praticamente divelto gli antichi ciottoli mettendo in luce la «miopia di molti amministratori che si sono susseguiti nel recente passato» e la «mancata programmazione seria che andasse a risolvere i problemi veri della nostra comunità» oltre alla «mancanza di volontà di preservare la nostra storia. Abbiamo perso tutti. Nessuno escluso. I più anziani conoscono a memoria questo antico sentiero, i più giovani un pò meno, i giovanissimi sicuramente non sanno nemmeno di cosa sto parlando. Perché mai nessuno ha voluto porre al centro la tutela della nostra identità» commenta amareggiato il segretario del Pd di Saracena. «Altrove un percorso storico-naturalistico di tale portata che guarda da un lato “ara magghjanis’, dall’altro alla piana di Sibari e al Mar Ionio e dall’altro ancora al nostro meraviglioso borgo antico, sarebbe stato ripreso, riqualificato e sarebbe stato posto al centro di politiche di sviluppo turistico. Altrove si conservano anche piccole pietre di uno storico sentiero simile. Oggi, Saracena, decide non di riprenderlo, non di riqualificarlo, non di puntarci con forza per attirare gente da ogni dove ma di distruggerlo. In questi 10 anni abbiamo sentito parlare tanto, troppo, di valorizzazione del centro storico, di “riappropriarsi della propria città, del proprio territorio, della propria memoria”, di tutela della nostra identità e delle nostre radici, di trekking urbano, turismo ecc. Solo ed esclusivamente parole legate a piccoli interventi che non bastano nemmeno minimamente a far sorvolare le nostre menti su quanto accaduto oggi. Ormai il danno è fatto, ed è un danno incalcolabile a cui difficilmente si può porre rimedio. La storia, una volta cancellata, è impossibile riscriverla». Ma nella missiva che Russo ha inviato al Sindaco Gagliardi per denunciare quanto accade si chiede se «è prevista all’interno di questo progetto la riqualificazione del tracciato interessato dai lavori? O rimarrà così come si presenta oggi e cioè una grande pista che sembra fatta solo per interrare un tubo? Nella parte in cui non è stato possibile interrare il tubo a causa della presenza di rocce, che genere di intervento verrà fatto per nascondere quella bruttura di plastica? Ma soprattutto, con una programmazione seria e fatta per tempo e con una adeguata copertura finanziaria, il problema della fognatura del rione S. Pietro si sarebbe potuto risolvere diversamente? Magari rivedendo il percorso del tubo, ma anche con maggiore cautela per cercare di salvare il salvabile? Attendo, così come l’attendono tutti i cittadini, una spiegazione seria. Questa volta non potrà cavarsela con urla, invettive o insulti ai quali ci ha abituato ormai da anni».