Consiglio straordinario sulla Femotet. Tanto rumore per nulla

consiglio comunale nuovasede

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CASTROVILLARI – Avevano presentato richiesta di convocazione di un consiglio comunale in sessione straordinaria per discutere della questione Femotet. Giuseppe Santagada (Castrovillari solidale), Maria Antonietta Guaragna (Castrovillari città viva) e Ferdinando Laghi (Solidarietà e partecipazione) consiglieri di minoranza delle liste civiche nella richiesta indirizzata al presidente del consiglio, Piero Vico, avevano scritto che l’ordine del giorno venisse notificato anche ai dirigenti del settore competente, alle rappresentanze sindacali ed aziendali. Una settimana più tardi il presidente del consiglio, rispondendo ai consiglieri richiedenti, precisava che in virtù del «vigente regolamento interno per la funzione deliberante del consiglio comunale, non sussiste il quorum prescritto (un quinto dei consiglieri assegnati), essendo la stessa sottoscritta solo da 3 consiglieri» ma che «pur ritenendo l’insussistenza del numero necessario» ove i consiglieri richiedenti «ritengano di dover comunque procedere alla discussione nel consiglio, stante la tematica evidenziata, sarà opportunamente convocata la riunone dei capigruppo». Tale risposta, però, per i consiglieri di minoranza oltre ad averla definita «risibile motivazione» l’hanno presa a pretesto per dimostrare «la volontà di non affrontare la vicenda da parte dell’amministrazione a guida Lo Polito». Altresì «evidenzia, ancora una volta, che la funzione svolta dal Presidente del Consiglio non è improntata né alla neutralità né alla garanzia dell’Organo che presiede, ma risponde esclusivamente alle distorte logiche della maggioranza che lo ha eletto». Ed in ragione di ciò hanno prodotto una diffida ufficiale nei confronti del Presidente del Consiglio – inviata anche al Prefetto di Cosenza – a «convocare il consiglio comunale come richiesto con nota prot. del 5.01.2017 n° 329» chiedendo al rappresentante del governo sul territorio di adottare i «provvedimenti di competenza nel caso di inerzia del presidente del consiglio». Secondo i consiglieri delle liste civiche la richiesta di 3 membri dell’assise comunale è «sufficiente» per la convocazione del consiglio rispettando i criteri di 1/5 dell’assemblea civica (3,2 consiglieri) dovendosi arrotondare la cifra per difetto. E ribadendo che «quanto accaduto conferma che la politica degli annunci della tanto declamata pacificazione non si traduce in atti concreti neanche quando si vuole discutere delle sorti di 36 famiglie di Castrovillari, e pur di nascondere la testa sotto la sabbia si arriva a negare i diritti dei Consiglieri di minoranza». Il presidente del consiglio – che si era già reso disponibile «alla convocazione della riunione dei capigruppo per come già precedentemente indicato nella mia missiva protocollo 769/2017» – ha ribadito che «questa presidenza ha cercato di essere sempre attenta alle richieste dei Consiglieri comunali, sarebbe bastata una semplice telefonata dei richiedenti il consiglio per convocare la riunione dei capigruppo». Ed ha altresì sottolineato come «nei riferimenti ai pareri e alla giurisprudenza, citati nella diffida, sembra non ravvisarsi l’obbligatorietà della convocazione del Consiglio».