CASTROVILLARI – Da magistrato protagonista delle inchieste più importanti che hanno rigarduardato il nostro Paese, ad educatore, il passo è breve se nelle vene scorre il sangue della persona perbene, appassionato ed appassionante non solo del proprio lavoro ma delle sorti della comunità. Gherardo Colombo, ex magistrato da tempo ritiratosi dal servizio, divenuto famoso per aver condotto inchieste celebri ed essere stato membro del pool di Mani pulite e tanto altro, si presenta agli studenti delle scuole superiori di Castrovillari con la schiettezza di un fratello maggiore, la saggezza di un padre, il garbo di un amico, rispondendo a tutto tondo alle numerose domande dei giovani protagonisti del convegno sul legalità e regole democratiche proposto dalla fondazione antiusura della Diocesi di Cassano, presieduta dal giudice Marzano. E per parlare di regole democratiche non fa sconti neanche a se stesso che della giustizia nè è stato uno dei testimonial più “in vista” affermando che può diventare «una parola ambigua» se non la si riempe di «contenuti» riportandola al senso vero che le ha dato la costituzione, piuttosto che la costante discriminante di cui fa uso l’uomo comune. Parla di regole, senza disdegnare di incalzare i giovani che lo “interrogano” a tutto tondo, ricordando loro che non serve il tempo della «lamentazione che è la caratteristica dei sudditi» ma quello del protagonismo in cui «contiamo se ci diamo da fare». Usa simbolgie comprensibili, spiazzanti, con un umorismo quasi inglese che affascina, lascia senza fiato per la sua semplicità, e poi porta il pubblico verso concetti alti, che parlano al cuore e riaccendono la speranza. «Non serve il controllo ma l’adesione alle regole», così come la «repressione» dei reati è un fallimento se la «cultura» del malaffare è un cancro diffuso anche nella quotidianità che non ti aspetti. Spinge sull’accelleratore delle esemplificazioni ed arriva – da laico – a citare le beatitudini che, come dirà il Vescovo, Monsignor Francesco Savino, sono la carta costituzionale del cristiano sempre troppo poco abituato a parlare di Vangelo. Invita i giovani a studiare, piuttosto che scaricare le versioni da internet per prendere buoni voti, perchè la «conoscenza serve per essere liberi» ed aiuta in quel processo del «discernimento» che nella vita ci permette di essere cittadini al “lavoro” per lo Stato di cui facciamo parte. Una mattinata di «grazia» dirà il Vescovo di Cassano al termine dell’incontro che ha permesso di sfatare i falsi miti sui giovani privi di contenuti e riflessioni e che ha rilanciato la «piattaforma simbolica dalla quale ripartire per attivare processi di speranza» anche in questa terra.