Nella Basilica Minore di San Giuliano i cittadini di Castrovillari hanno rinnovato la devozione per la festa del loro santo patrono. Insieme alla celebrazione eucaristica è ritornata anche la tradizionale sagra delle “vecchiaredde”, giunta alla quarantaseiesima edizione, che per l’occasione sono state distribuite ai passanti com’era uso fare prima della pandemia. Quest’ultima è stata uno dei temi discussi dal vescovo della diocesi di Cassano all’Ionio, monsignor Francesco Savino, il quale ha invitato la comunità a ritrovarsi, dopo due anni in cui non è stato possibile farlo.
Ha inoltre ricordato la commemorazione della Shoah, che cade proprio nello stesso giorno della celebrazione di san Giuliano. Il vescovo ha inoltre riflettuto su come ci sia bisogno di ricordare il passato per andare incontro a ciò che ci aspetta, nello specifico i più di quaranta conflitti che si stanno combattendo sul nostro pianeta. «Senza memoria non può esserci né presente né futuro» ha ricordato nel suo intervento, sottolineando come nonostante la popolazione mondiale si sia scontrata in due conflitti, a oggi rischia di temerne un terzo.
Ha perciò invitato tutti i presenti a ragionare, perché «la pace parte da noi». Nel corso della celebrazione si è poi rinnovato il rituale della consegna delle chiavi della città del sindaco Domenico Lo Polito al vescovo della Diocesi in segno di affidamento dell’intera comunità. Rito che si è concluso con l’accensione di un cero a quattro mani, segno della necessaria collaborazione tra le due istituzioni.
San Giuliano ha una storia incerta, la tradizione riporta che egli fosse un nobile romano appartenente alla gens Iulia, dalla quale prenderebbe il nome, anche se alcuni testi lo identificano erroneamente con Simone il Lebbroso o come uno dei settantadue discepoli di Cristo. Dopo essere stato ordinato Vescovo a Roma, sarebbe poi stato inviato missionario in Gallia e, alle porte della città di Le Mans, avrebbe fatto zampillare prodigiosamente una fontana: l’evento miracoloso avrebbe provocato una conversione in massa dei cittadini. Dopo 47 anni di episcopato, morì il 27 gennaio di un anno imprecisato a Le Mans. Il suo culto fu introdotto nell’XI secolo dai Normanni in Italia Meridionale e, in particolare, a Castrovillari. Per quanto non si abbiano testimonianze precise sulla sua vita, ciò che sappiamo – ed è lo spunto su cui il vescovo ha basato la sua omelia – è il suo ruolo di guida del popolo e di umile pastore.