Castrovillari in rosa. Occhio alle sviste

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CASTROVILLARI – Basta guardarsi attorno per capire che il Giro d’Italia è un’occasione di promozione così importante da non lasciarsi sfuggire. E non c’è bisogno di andare lontano per “copiare” modelli promozionali utili a fare marketing territoriale. Se in questi giorni di pasqua – con migliaia di turisti in giro per il Paese – vi foste recati ad esempio ad Alberobello (città che accoglierà l’arrivo della tappa che partirà il 12 maggio proprio da Castrovillari) avreste notato che la cittadina pugliese è già vestita a festa con bandiere e banner promozionali che annunciano l’arrivo della corsa rosa. Un chiaro invito da offrire ai turisti per ritornare in città fra qualche settimana e godersi lo spettacolo del ciclismo sportivo. Strategia promozionale e comunicativa in un periodo “carico” di turisti che Castrovillari ed il suo comitato tappa (che ancora non si capisce se sia costituito o meno e da chi sia formato realmente e cosa stia facendo) non hanno minimamente preso in considerazione. Certo di turisti ce ne saranno di meno che ad Alberobello ma di sicuro la comunicazione su Castrovillari città del giro ancora non si vede.

 

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Ma non è la sola svista che riguarda la città. Sul sito ufficiale del giro d’italia (http://www.giroditalia.it/it/tappa/tappa-7-2017/turistica/partenza/) presentando la città di partenza ci sono alcune cose che mal si conciliano con il nostro territorio. Dalla cucina al vino sono tante le storture che forse poco appartengono alla città. Siamo in un territorio che ha al suo interno uno dei vitigni più espressivi della rinascita della viticoltura calabrese – il Magliocco – di cui non si fa menzione, anzi, si citano territori a noi vicini che, però, poco riguardano il Pollino e la sua gente. Anzi proprio al vitigno principe di questo territorio è dedicata una Dop che tanto ha fatto parlare bene di sè in Italia nel panorama della comunicazione di settore, che forse chi dovrebbe essere attento alla comunicazione di un evento così importante avrebbe dovuto menzionare o – da qualcuno del territorio – essere invitato a farlo. E scopriamo con grande meraviglia che il piatto tipico delle nostre zone è il Capretto alla Sallorenzana, o i maccarunni ccu firr alla paisana, così come anche la pitta ccu i nuci. Tanti sono i piatti della nostra cucina contadina – emblema della tradizione gastronomica del territorio – che potevano essere citati e sono stati dimenticati. Così come tra gli eventi che si svolgono a queste latitudini (che si è data come brand quella di città festival, tra gli altri) forse se ne sono dimenticati molti altri. Carnevale, Festival del Folklore, Primavera dei Teatri, solo per suggerirne un paio. Chissà forse è il caso di farla una telefonata a Milano e raccontare cosa accade nel Pollino ed a Castrovllari in particolare. Al 12 maggio manca meno di un mese e se si vuole utilizzare questo tempo come utile momento di promozione territoriale è il caso di iniziare a “pedalare” seriamente, volendo usare una metafora tanto cara al giro.